Assolta l'infermiera innamorata: non tentò di uccidere la rivale

Manuela Scantamburlo
VENEZIA - La Cassazione ha annullato oggi la condanna per tentato omicidio di Manuela Scantamburlo, l’infermiera 34enne veneziana di Maerne di Martellago che nel 2010 era...

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VENEZIA - La Cassazione ha annullato oggi la condanna per tentato omicidio di Manuela Scantamburlo, l’infermiera 34enne veneziana di Maerne di Martellago che nel 2010 era stata arrestata con l’accusa di aver progettato di uccidere la moglie di un medico di cui si era invaghita. Per i giudici romani "il fatto non sussiste".




Annullata, di conseguenza, anche la condanna al risarcimento della moglie del medico, che si era costituita parte civile. Restano, a questo punto, in piedi solo i reati di ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco - una pistola Beretta 7,65, con matricola abrasa, che la donna si era procurata grazie a un conoscente a Genova - per cui la Cassazione ha rinviato gli atti alla Corte d’appello di Venezia, che ora dovrà quantificare la nuova pena.



In secondo grado Manuela Scantamburlo era stata condannata complessivamente a 3 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, nonché al pagamento di una provvisionale di 30mila euro alla parte civile. Il conoscente che l’aveva aiutata a procurarsi l’arma, invece, aveva patteggiato due anni, solo per i reati relativi all’arma. Nel giro di tre anni la bella infermiera era passata dagli onori all’arresto: nel 2007, infatti, si era meritata un encomio solenne per aver salvato alcuni anziani da un incendio scoppiato nel reparto di geriatria.



Tutti i particolari sull'edizione di Venezia del Gazzettino in edicola mercoledì 18 dicembre Leggi l'articolo completo su
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