Dolori al petto improvvisi: va in pronto soccorso e muore mentre è monitorato in area rossa

Dolori al petto improvvisi: va in pronto soccorso e muore mentre è monitorato in area rossa - Foto di Hermes Manuel Cortés Meza da Pixabay
ROVIGO - Il suo cuore si è fermato. Mentre si trovava al Pronto soccorso di Rovigo, nell’area rossa, monitorato. Una morte che lascia dietro di sé tanti...

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ROVIGO - Il suo cuore si è fermato. Mentre si trovava al Pronto soccorso di Rovigo, nell’area rossa, monitorato. Una morte che lascia dietro di sé tanti interrogativi, al momento irrisolti. Primo su tutti, quello che assilla anche il personale sanitario: poteva essere salvato? Anche se difficilmente potrà essere data una risposta esaustiva a questo atroce dilemma, qualche risposta si spera di ottenerla con l’autopsia che sarà eseguita domani, richiesta dai familiari ma su suggerimento dei medici stessi, decisi a vederci chiaro ed a capire se e cosa non abbia funzionato.


LA TRAGEDIA 
La tragedia si è consumata giovedì scorso e a spegnersi all’interno dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Rovigo è stato un uomo di 62 anni, altopolesano ma residente in provincia di Bologna. E proprio mentre tornava verso il Polesine in auto ha iniziato ad accusare dolori al petto che l’hanno spinto a presentarsi al pronto soccorso. Al momento dell’accesso, verso le 14.30, ha spiegato di avere un forte dolore nella parte alta dell’addome e subito, spiegano dalla direzione dell’Ulss Polesana, è stato sottoposto ai primi accertamenti con tutti gli esami di routine. In particolare, proprio un elettrocardiogramma per scongiurare che si trattasse di un infarto in corso, anche se, si spiega ancora dall’Ulss, al momento dell’anamnesi l’uomo aveva spiegato di non aver alcun precedente di natura cardiaca, anche se è poi emerso che, invece, qualche giorno prima si era sottoposto proprio a una visita cardiologica, a Bologna. Un’altra Regione. Un’altra Sanità. Con le cartelle cliniche “che parlano una lingua diversa” come si trattasse di Paesi diversi. 


ATTACCO CARDIACO 
L’ulteriore problema è stato che il risultato dell’elettrocardiogramma non ha mostrato un quadro che potesse far davvero pensare a un attacco cardiaco in corso. Ma il 62enne, passato dall’area rossa all’area intermedia, ha poco dopo nuovamente accusato dolori lancinanti ed è stato subito riportato in area rossa. Il nuovo elettrocardiogramma, questa volta, ha mostrato dati più preoccupanti. E, purtroppo, poco dopo, è arrivato l’infarto poi risultato letale. Vani, infatti, sono risultati tutti i tentativi di rianimazione. L’uomo è stato anche intubato ed è stata valutato anche un intervento chirurgico d’urgenza. Ma la situazione, ormai, era drammaticamente compromessa e poco prima delle 20 è stato dichiarato il decesso. 


Un decesso sul quale non solo i familiari e gli amici, travolti dal dolore, ma anche gli stessi medici vogliono fare piena luce. Per approfondire ogni dettaglio con una sorta di indagine interna che possa permettere di capire se si sia trattato di uno di quei casi nei quali, purtroppo, sulla base dei protocolli e delle evidenze iniziali l’epilogo è già scritto, oppure qualcosa di diverso che avrebbe potuto evitare la morte di un uomo di 62 anni, mentre era monitorato nell’area rossa del Pronto soccorso, a tre ore dal suo accesso, potesse essere fatto. La risposta, nonostante quello che le sensazioni porterebbero a pensare, non è affatto semplice. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino