ROVIGO - Il suo cuore si è fermato. Mentre si trovava al Pronto soccorso di Rovigo, nell’area rossa, monitorato. Una morte che lascia dietro di sé tanti interrogativi, al momento irrisolti. Primo su tutti, quello che assilla anche il personale sanitario: poteva essere salvato? Anche se difficilmente potrà essere data una risposta esaustiva a questo atroce dilemma, qualche risposta si spera di ottenerla con l’autopsia che sarà eseguita domani, richiesta dai familiari ma su suggerimento dei medici stessi, decisi a vederci chiaro ed a capire se e cosa non abbia funzionato.
LA TRAGEDIA
La tragedia si è consumata giovedì scorso e a spegnersi all’interno dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Rovigo è stato un uomo di 62 anni, altopolesano ma residente in provincia di Bologna. E proprio mentre tornava verso il Polesine in auto ha iniziato ad accusare dolori al petto che l’hanno spinto a presentarsi al pronto soccorso.
ATTACCO CARDIACO
L’ulteriore problema è stato che il risultato dell’elettrocardiogramma non ha mostrato un quadro che potesse far davvero pensare a un attacco cardiaco in corso. Ma il 62enne, passato dall’area rossa all’area intermedia, ha poco dopo nuovamente accusato dolori lancinanti ed è stato subito riportato in area rossa. Il nuovo elettrocardiogramma, questa volta, ha mostrato dati più preoccupanti. E, purtroppo, poco dopo, è arrivato l’infarto poi risultato letale. Vani, infatti, sono risultati tutti i tentativi di rianimazione. L’uomo è stato anche intubato ed è stata valutato anche un intervento chirurgico d’urgenza. Ma la situazione, ormai, era drammaticamente compromessa e poco prima delle 20 è stato dichiarato il decesso.
Un decesso sul quale non solo i familiari e gli amici, travolti dal dolore, ma anche gli stessi medici vogliono fare piena luce. Per approfondire ogni dettaglio con una sorta di indagine interna che possa permettere di capire se si sia trattato di uno di quei casi nei quali, purtroppo, sulla base dei protocolli e delle evidenze iniziali l’epilogo è già scritto, oppure qualcosa di diverso che avrebbe potuto evitare la morte di un uomo di 62 anni, mentre era monitorato nell’area rossa del Pronto soccorso, a tre ore dal suo accesso, potesse essere fatto. La risposta, nonostante quello che le sensazioni porterebbero a pensare, non è affatto semplice.
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