Dipendenti della multiutility sotto accusa per l'incidente mortale sul ponte

Il groviglio di mezzi sul ponte San Gregorio subito dopo l'incidente, nel 2017
PADOVA - Cooperazione in omicidio stradale. É l’accusa contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini sul pauroso incidente costato la vita al 58enne capo...

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PADOVA - Cooperazione in omicidio stradale. É l’accusa contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini sul pauroso incidente costato la vita al 58enne capo reparto del Centro meccanizzato postale di Camin Massimo Bettini, l’automobilista decapitato dal braccio stabilizzatore fuori controllo di un camion di AcegasApsAmga. La Procura si appresta a chiedere il processo per quattro dipendenti della multiutility cittadina, accusati a vario titolo di aver violato una serie di norme sia in materia di circolazione stradale che di prevenzione dagli infortuni sul lavoro.

GLI IMPUTATI
Rischiano di finire alla sbarra il conducente dell’autocarro marca Iveco Dario Quaggia, 40 anni, di origini piovesi, residente a Campolongo Maggiore, il carrozziere dell’officina Fiorenzo Parisotto, 58 anni, di Villafranca, il coordinatore tecnico della stessa officina Alessandro Tognon, 42 anni, di Padova, e il dirigente del parco mezzi per il Veneto di AcegasApsAmga Roberto Piccionni, 36 anni, anch’egli residente in città. Ai quattro è stato notificato il deposito degli atti della lunghissima indagine, avviata dal sostituto procuratore Daniela Randolo e conclusa dal collega Andrea Girlando. Oltre ai familiari di Massimo Bettini, apprezzato giudice di tennis che risiedeva a Teolo, potranno costituirsi parte civile al processo gli altri due automobilisti colpiti dal braccio stabilizzatore del furgoncino condotto da Quaggia. Si tratta di G.G., conducente del furgoncino Fiat Doblò che ha riportato ferite giudicate guaribili in dieci giorni, e di D.C., al volante della Mazda 6, con una prognosi di due settimane. Era invece rimasto fortunatamente illeso l’uomo alla guida della Fiat Panda, che per primo aveva incrociato il camion killer.
L’INCIDENTE
Erano le sei del mattino del 17 marzo del 2017 quando il furgoncino aveva lasciato il deposito di corso Stati Uniti per raggiungere Prato della Valle dove doveva essere posizionato un cassone delle immondizie a disposizione dei venditori ambulanti del mercato. Durante il tragitto il carrello cui doveva essere ancorato il braccio stabilizzatore si era sfilato provocando lo spostamento della pesante sbarra di ferro che aveva centrato le quattro auto in transito nella direzione opposta, proprio in corrispondenza del ponte di San Gregorio. La prima utilitaria era riuscita a schivare l’impatto: non erano invece riusciti ad evitare lo scontro né il Fiat Doblò e neppure la Mazda. La tragedia si era consumata pochi secondi dopo quando la Nissan di Bettini era stata centrata in pieno dal braccio stabilizzatore. Il 58enne era morto praticamente sul colpo.
GLI ACCERTAMENTI

L’ingegner Pietro Pasqualetto, il consulente incaricato dalla Procura di fare luce sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente, ha accertato che la fuoriuscita del braccio stabilizzatore del mezzo era dovuta ad una serie di negligenze a vari livelli. Nessuno si sarebbe ricordato di azionare il meccanismo di blocco delle staffe di stabilizzazione, cioè il piede che assicura stabilità al mezzo pesante. Probabilmente perché il camion veniva utilizzato solo raramente con funzioni di gru. Gli operatori di AcegasApsAmga se ne servivano quasi esclusivamente come mezzo di trasporto dei cassoni per la raccolta delle immondizie. Anche quella tragica mattina il furgoncino avrebbe dovuto assolvere alla stessa funzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino