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Il cielo ha ascoltato le loro preghiere. La mamma, Maria Cristina Dallefrate, 58enne, che versava in gravissime condizioni in ospedale Ca’ Foncello, dopo l’incidente di domenica pomeriggio in cui è morto il marito Mario Bittante, ieri sera ha aperto gli occhi. Non è più intubata e ha riconosciuto i figli Gianluca e Cristiano che erano al suo capezzale. Le sue condizioni sono ancora critiche ma adesso il percorso sembra in leggera discesa. Ha subito ferite importantissime all’arto e al braccio sinistro ed è stata sottoposta a intervento ortopedico per cercare di salvarne la funzionalità. Ma ha reagito bene alle cure e sembra riprendersi. I figli, commossi, hanno deciso di osservare il più assoluto silenzio. Nessun commento. Nemmeno con gli amici della famiglia. Solo qualche messaggio whatsapp per informare della bella notizia le persone che vogliono bene a una coppia esemplare, dedita al volontariato e alla propria comunità praticamente da sempre.
L’INCIDENTE
Il terribile frontale che si è verificato domenica pomeriggio, dopo le 15,30, in via Valcavasia, in territorio di Pederobba, è costato la vita a Mario Bittante, 64 anni, alla guida di uno scooter con, dietro di lui, la moglie Maria Cristina. La conducente della monovolume Mazda 5, una 22enne residente a Bassano del Grappa, che procedeva in senso contrario e ha impattato contro lo scooter, è indagata dalla Procura del Tribunale di Treviso per omicidio stradale. Sottoposta a indagini tossicologiche ed alcolemiche, domenica era talmente choccata che è stata ricoverata in ospedale per essere sottoposta a una cura calmante. Il sostituto procuratore ha altresì disposto una perizia per accertare la dinamica dell’incidente con l’ispezione dei mezzi. Dati tecnici e inchiesta che poco importano, per ora, ai figli di Maria Cristina che, pur nel dolore immenso di aver perso il loro papà, possono cominciare a sperare per la madre. Le condizioni sanitarie della donna si stanno evolvendo nel migliore dei modi. E i medici, a questo punto, non disperano sulla sua prognosi. I coniugi Bittante, residenti a Villa Raspa di Asolo, non lontano dal confine con Altivole, erano molto conosciuti nel mondo del volontariato.
IL COMMENTO
Con loro è costantemente in contatto Nedo Gallina, il presidente dell’associazione Cinofili La Marca, che ha sede a Caerano. «Possiamo interrogarci finché vogliamo su dinamica e responsabilità dell’accaduto -dice Gallina con la voce rotta dall’emozione- Il problema però è che la persona non c’è più. Abbiamo perso un uomo solare, super buono. Non litigava mai con nessuno. Questo è il ricordo che mi resta di lui, unito alla sua abilità nell’addestramento cani». Poi riflette: «Ti trovi, lavori assieme, corri dove hanno bisogno di te. Questa è la vita del volontario. E lui era uno che correva davvero dove c’era bisogno. Ma non in strada, assolutamente». Mario e la moglie erano innamorati degli animali e collaboravano anche con alcune associazioni che li proteggono. Nella loro casa c’erano Atena e la giovane Ariel, due pastori belga, madre e figlia, con cui Mario si allenava nella disciplina di ricerca persone. Ma la coppia aveva deciso di prendere con sé anche vari gatti e tartarughe, oltre a un altro cane da pastore. Che ora è rimasto senza il suo padrone, mentre il volontariato ha perso un riferimento imprescindibile.
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