Trappola di fuoco, il bimbo di 5 anni è morto intossicato dal fumo

PINZANO - Fiamme, fumo, grida e lo strazio per un bambino di cinque anni morto, intossicato dal monossido di carbonio. Un pomeriggio come tanti in un piccolo paese,...

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PINZANO - Fiamme, fumo, grida e lo strazio per un bambino di cinque anni morto, intossicato dal monossido di carbonio. Un pomeriggio come tanti in un piccolo paese, improvvisamente scosso da una tragedia che a raccontarla non bastano le parole. Ma la disperazione dei gemelli di 26 anni che credevano che il fratellino fosse a giocare a casa degli zii, pochi metri più in là, e per questo si sono gettati dalla finestra del primo piano senza voltarsi indietro. Parlano anche gli occhi lucidi dei vigili del fuoco, dei carabinieri e gli sguardi sgomenti dei vicini di casa che quel bimbo pieno di vita lo vedevano correre ogni giorno assieme ai cuginetti, felice e sorridente. Loughmane Bambore è morto all'ospedale di Spilimbergo alle 17.50; i medici hanno tentato a lungo di riportarlo in vita.  

 

L'ALLARME Nella piccola e modesta casa al civico 13 di via Principe Umberto, ieri pomeriggio c'erano i fratelli grandi di Loughmane, i gemelli ventiseienne Hassam, che lavora come Oss per i servizi sociali e parla il friulano meglio di un pinzanese, e Hussein, dipendente della Lima di Forgaria. Sono a letto a riposare perchè uno ha fatto il turno notturno, l'altro si appresta a farlo. La mamma Fatima è ancora al lavoro. Nel frattempo la zia va a prendere il piccolo e gli altri bambini della numerosa famiglia Bambore, trasferitasi in Friuli una quindicina di anni fa dal Burkina Faso, a scuola materna. Ma il bimbo non si ferma con i cuginetti, vuole andare a casa sua. Improvvisamente scoppia l'incendio; le fiamme e il fumo non risparmiano nemmeno un piccolo angolo dell'abitazione e per chi si trova all'interno non c'è via di fuga. I due gemelli si svegliano, non sanno che il loro fratellino si trova nella stanza accanto; l'unico modo per cercare scampo è gettarsi dalla finestra. E, seppur feriti, si salvano. I SOCCORSI Ma il piccolo Loughmane non è con i cuginetti a giocare. È raggomitolato sotto il letto, con indosso ancora il piumino verde che portava appena uscito dall'asilo. Solo, in mezzo al fumo e alle fiamme. Intanto è una vicina di casa ad accorgersi dell'incendio e a chiamare i soccorsi. In attesa dell'arrivo dei vigili del fuoco, con squadre provenienti da Spilimbergo, Maniago e Pordenone, davanti a quella casa trasformata in un inferno arriva tutto il paese. Vogliono dare una mano, ma il calore che si sprigiona dal rogo rende impossibile avvicinarsi. Un ragazzo del posto sfida fiamme e fumo, apre a calci la porta di casa ed entra: pochi passi ed è costretto a uscire. Impossibile uscirne vivi. Si sentono le sirene dei vigili del fuoco e l'ambulanza, poi la tragica scoperta. LA DISPERAZIONE All'arrivo dei soccorritori, distesi sull'asfalto, feriti ma vivi, ci sono i due gemelli. Arriva la zia, grida disperata che il piccolo è all'interno. I vigili del fuoco entrano con tute, casco e respiratore: uno di loro trova il bambino sotto il letto. Lo prende delicatamente in braccio e lo passa a un altro collega che si trova in una scala all'esterno dell'abitazione. La tragedia ha il volto di un bambino con il cognome del Burkina Faso, ma italianissimo. Poi la corsa in ospedale, l'arrivo dell'elicottero del Suem dal Veneto, i disperati tentativi di rianimarlo. Inutilmente. La notizia arriva in paese quando è quasi buio. LE INDAGINI La casa è stata posta sotto sequestro e ora la Procura affiderà probabilmente ai vigili del fuoco il compito di accertare le cause dell'incendio. Le fiamme, che potrebbero essere partite dal piano terra nella parte retrostante, si sono propagate facilmente anche grazie alla presenza di pile di vecchi giornali, vestiti e altri oggetti facilmente infiammabili. Ma oggi è anche il tempo delle lacrime. Susanna Salvador Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino