Incendio di "avvertimento" al vigile: «Perché faccio rispettare la legge»

Incendio di "avvertimento" al vigile: «Perché faccio rispettare la legge»
LOZZO - Errare è umano. Perseverare è diabolico. Incendiare è sicuramente doloso. Forse intimidatorio. Una catasta di legna è andata a fuoco giovedì 29 ottobre a Lozzo di...

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LOZZO - Errare è umano. Perseverare è diabolico. Incendiare è sicuramente doloso. Forse intimidatorio. Una catasta di legna è andata a fuoco giovedì 29 ottobre a Lozzo di Cadore, poco fuori dal centro abitato, lungo la stradina che sale verso Pian dei Buoi. Un quintale di tronchi ben tagliati per la stufa, di proprietà del vigile urbano di Lozzo. E non c'è ombra di dubbio che sulle fiamme pesi la dolosità di una o più mani decise ad appiccare volontariamente l'incendio. Perché per ridurre in cenere una catasta di simili proporzioni, per di più sotto una pioggia battente, non basta un mozzicone di sigaretta gettato casualmente. E poi, perché il vigile di Lozzo, Achille Da Prà, non è nuovo ad esperienze del genere: negli ultimi anni, le sue cataste di legna sono bruciate tre volte.




L'ultima, ieri. Da Prà è stato avvisato delle fiamme quando ormai di tutti i tronchi erano rimasti solo pezzi informi anneriti dal fumo e mucchi di cenere. L'allarme è scattato di primissima mattina, attorno alle 7, quando un cittadino di Lozzo, uscito per una passeggiata, si è trovato di fronte al rogo, pochi metri sopra la chiesetta di San Rocco, fuori dal paese. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Pieve e i Carabinieri. Ma all'arrivo dell'autobotte le fiamme avevano già divorato tutto il legname accatastato.



«Presumo che l'incendio sia stato appiccato nelle prime ore della notte, tra le 2 e le 3 - il primo commento di Achille Da Prà -. Perché per bruciare completamente una simile quantità di legna, le fiamme devono essere andate avanti parecchie ore».

Da Prà ieri pomeriggio ha sporto denuncia per il fatto. L'ennesimo. Sì, perché il vigile urbano di Lozzo, suo malgrado, è un habitué di fattacci del genere. Negli ultimi anni sembra essere stato preso di mira dai piromani. Forse per la sua attività integerrima, che a qualcuno non piace.



«Questa è la terza volta che mi bruciano la legna - spiega -. In un'occasione, addirittura, si sono sbagliati e hanno dato fuoco ad una catasta vicina alla mia, ma non mia. Poi, nel giugno di tre anni fa mi hanno incendiato la baita, un vecchio fienile che stavo ristrutturando. Per fortuna, quella volta, riuscimmo a spegnere le fiamme in tempo e la struttura si salvò».



Veri e propri atti intimidatori, che vanno avanti da tempo. Anzi, fin dall'inizio della carriera di vigile urbano del signor Da Prà. «Ho cominciato a fare il vigile a Lozzo nel 1983. Nell'autunno di quell'anno trovai le gomme della mia auto tagliate. Tutte e quattro. So perché mi fanno questo: perché faccio rispettare la legge. Non mi spavento, anzi vado avanti. Continuo con la mia professionalità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino