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VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - C'è una ferita aperta che non dà pace ai boschi bellunesi. Le lingue di fuoco, almeno in località Mezzocanale (a Zoldo), sembrano inarrestabili e la situazione tra domenica e lunedì è addirittura peggiorata. Ora l'incendio si estende per 5 chilometri e la speranza di poter riaprire la strada provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina è sempre più remota. La pietra tombale sul possibile ripristino, da qui ad una settimana, del traffico in entrata ed uscita dalla valle percorrendo la strada che collega direttamente la valle con Longarone e Belluno, è arrivata da Veneto Strade che alle 11 di ieri mattina ha sentenziato: «Diventa sempre più difficile preventivare i tempi di riapertura». Nella stessa comunicazione, Veneto Strade riferiva dell'incessante lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari della Protezione civile. E si affidava al meteo: «Un aiuto potrebbe arrivare anche dalla pioggia prevista per mercoledì 30 marzo». La difficoltà e drammaticità della situazione ieri è arrivata anche da un altro dettaglio: i servizi antincendio hanno chiesto ai lavoratori di Veneto Strade di non operare in zona per l'alto rischio.
L'ESERCITO
Nel frattempo, in Procura, è arrivato l'esposto di un cittadino che ha puntato il dito contro i militari spiegando che nel giorno in cui è scoppiato l'incendio a Fortogna di Longarone (cioè mercoledì 23 marzo) erano in corso delle esercitazioni che potrebbero aver fatto partire le fiamme.
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Il Gazzettino