Il cassonetto dei rifiuti per la spesa disperata dei nuovi poveri

La foto scattata a Padova da Francesco Moressa
PADOVA - È uscito per andare a fare la spesa. Ma senza spingere carrelli al supermercato, non ha carte fedeltà. Perché non ha soldi. Non è lacerato,...

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PADOVA - È uscito per andare a fare la spesa. Ma senza spingere carrelli al supermercato, non ha carte fedeltà. Perché non ha soldi. Non è lacerato, lordo, affannato. Non parla gesticolando. Solo che la spesa è la sua croce, lo trasforma. Diventa il pendolare dei cassonetti. Uno l’ha aperto l’altro giorno in un angolo di piazza Mazzini, in centro. Maglione arancione, sbarbato, oltre i cinquanta. Non chiamatelo barbone, è una persona normale, un padovano che ha imparato il mestiere di ficcarsi dentro un bidone grigio puzzolente, e frugare. Da soli l’operazione non è facile, il coperchio ti arriva sulla schiena come un badilata. «Ma lui è entrato fino alla cintola e sembrava che dentro nuotasse». Ci sapeva fare. Lo dice Francesco Moressa, cuoco, 32 anni che l’ha fotografato, passando di lì per caso. «È uscito con una cassetta, penso di cibo, potevano essere pomodori, poi si è ributtato. Carnagione chiara, un italiano, vestito dignitosamente». Scene come questa si moltiplicano. Sono almeno una quindicina i "pendolari" dei cassonetti.

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Il Gazzettino