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BELLUNO - Il “green pass” obbligatorio per entrare nei luoghi chiusi come bar e ristoranti non è ancora diventato definitivo - il premier Mario Draghi ha presentato la bozza del decreto giovedì sera - eppure ha già scatenato le reazioni più disparate. Paolo Doglioni, presidente di Confcommercio Belluno, l’ha definito una «aberrazione». Mentre i locali del capoluogo sono divisi: alcuni aspettavano la decisione da tempo, altri faranno sedere ai tavoli anche i clienti non vaccinati. «Caricare su baristi, ristoratori, albergatori – sottolinea Doglioni – l’obbligo di controllare gli avventori significa dare loro responsabilità che non competono, oltre a complicare l’organizzazione con aggravio di tempi e costi».
LE REAZIONI
Ma per gli esercenti sarebbe davvero un disagio così importante? Il ristorante “La Taverna”, ad esempio, chiede già il green pass per partecipare agli eventi nella saletta al primo piano. «Personalmente sono molto contento – commenta il titolare Massimo Simionato – è la decisione migliore che potevano prendere. Porterà qualche disagio, ma ci sono alternative? Un’altra chiusura, forse?». Perciò, è necessario ancora uno sforzo: «La situazione richiede serietà – continua Simionato – Se uno non si vuole vaccinare è una sua scelta, ma sta a casa. Si deve fare così altrimenti non ne andiamo fuori. Credo che in questo modo i clienti saranno più tranquilli e verranno più volentieri».
INCOGNITA CONTROLLI
I nodi al pettine, però, sono molti. «Come facciamo a controllare le persone? – chiede la proprietaria del “Mirapiave” Vittoria Coccia – Ammettiamo che un cliente mi presenti il green pass di un suo amico: io non posso chiedergli la carta d’identità. Siamo stufi. Pensavamo di trascorrere tranquilli almeno il mese di agosto. Cos’altro ci aspetta?». Parlando coi ristoratori del centro, quella sui controlli è la questione più spinosa. «Il green pass – afferma il proprietario della “Buca” – sembra una cosa in più per metterci il bastone tra le ruote. Non possiamo controllare le persone e magari ci mettono anche un corso da seguire. Siamo alla deriva e la gente è confusa. Se dovrò fare i controlli io, prenderò la sanzione piuttosto». Non tutti i locali, infatti, avrebbero la possibilità di spostare un dipendente all’ingresso, per l’intero turno, o assumerne uno ad hoc.
I “DISSIDENTI”
C’è anche chi non rispetterà il decreto, qualora venisse approvato e pubblicato in Gazzetta.
Il Gazzettino