Grafica Veneta, arrivano gli 007 del Parlamento: «Capire se il fenomeno dello sfruttamento è più diffuso tra le aziende»

PADOVA - Sono durati per l'intera giornata gli incontri in Prefettura che ieri hanno visto giungere a Padova la commissione parlamentare d'inchiesta guidata dal presidente...

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PADOVA - Sono durati per l'intera giornata gli incontri in Prefettura che ieri hanno visto giungere a Padova la commissione parlamentare d'inchiesta guidata dal presidente Gianclaudio Bressa per far luce sullo sfruttamento del lavoro a fronte dello scandalo che ha investito Grafica Veneta. A palazzo Santo Stefano la delegazione romana ha incontrato il prefetto Raffaele Grassi, il procuratore capo Antonino Cappelleri, i vertici dei carabinieri, della questura e della guardia di finanza, ma anche i rappresentanti dell'Ispettorato del lavoro, dello Spisal, di Confindustria e Confcommercio e dei sindacati confederali.

L'INCHIESTA

L'indagine sullo sfruttamento dei lavoratori pakistani ha portato all'arresto di 11 persone, tra cui l'amministratore delegato e il direttore dell'area tecnica dell'azienda (Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton). Ma l'operazione Pakarta ha anche creato uno sconquasso nell'intero mondo dell'imprenditoria e della politica padovane, venete e nazionali. Tanta è stata l'eco che da Roma è partita la commissione parlamentare che ora, a fronte del quadro raccolto ieri, dovrà produrre una relazione da trasmettere al Parlamento per valutare lo stato e l'entità del fenomeno dello sfruttamento lavorativo in provincia.
Quel che la commissione ha fatto ieri è stato raccogliere tutte le informazioni necessarie a costruire un'istantanea completa della situazione. Sul caso Grafica Veneta naturalmente, ma non solo. I diversi attori ascoltati ieri hanno infatti ripercorso anche i diversi altri casi simili venuti alla luce grazie alle indagini condotte negli ultimi anni. 
«Abbiamo concluso la fase di raccolta delle informazioni ha spiegato il presidente Gianclaudio Bressa. Ora produrremo le nostre conclusioni e torneremo a Padova nel prossimo futuro per stabilire come procedere».
Oggetto dell'indagine è il fenomeno dello sfruttamento lavorativo. Una è la questione di base: l'affaire Grafica Veneta è un caso a sé stante o esiste sul territorio un fenomeno più consistente, ramificato e diffuso?

I DETTAGLI

Tutte le figure ascoltate ieri hanno contribuito a ricostruire con quanti più dettagli possibile l'attuale situazione circa le dinamiche lavorative sommerse e ora la commissione produrrà le sue considerazioni. Poi le trasmetterà al Parlamento, per valutare se a livello legislativo sia necessario adottare delle contromisure.
I contenuti dei colloqui sono coperti dal segreto istruttorio, ma la commissione pare sia rimasta non poco stupita dal fatto che episodi di sfruttamento di simile gravità si siano verificati anche fuori dai contesti più noti, come quello dei braccianti agricoli, investendo anche realtà imprenditoriali di enorme rilievo. Grande attenzione verrà dedicata al diffondersi della pratica degli appalti di manodopera alle aziende da parte di società terze (come accaduto con la B.M. Services che forniva gli operai a Grafica Veneta, ndr) spesso gestite da stranieri e con prestanome.

LE CONSIDERAZIONI

«La disponibilità e la collaborazione sono state massime da parte di tutti i presenti ha precisato il prefetto Raffaele Grassi. L'incontro è certamente stato utile». «Abbiamo tutti risposto alla chiamata - ha aggiunto il procuratore capo Antonino Cappelleri -, ora spetterà alla commissione trarre le sue conclusioni e trasmetterle al Parlamento. Di certo i casi ripercorsi sono stati molteplici e hanno mostrato tanti diversi aspetti del fenomeno dello sfruttamento e dei suoi molteplici meccanismi e delle risposte anche legislative che vi si possono dare. Quel che è certo è che sul caso Grafica Veneta le prove raccolte sono molto solide».
 

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Il Gazzettino