PIEVE DI CADORE (BELLUNO) - «Mi chiese 2 mila 500 euro per accorciare di tempi d’attesa per l’accesso alla fecondazione assistita e quando si accorse che continuavo a non...
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Dal dibattimento iniziato ieri a porte chiuse in tribunale a Belluno, trapela qualche passaggio significativo del processo a carico del dottor Carlo Cetera, 63 anni, di Cittadella, ieri assente, accusato di ripetuti episodi di concussione, interruzione di pubblico servizio e corruzione aggravata.
All’epoca era il primario della ginecologia di Pieve di Cadore, responsabile del servizio di fecondazione assistita. Un fiore all’occhiello della sanità cadorina, finito poi nel vortice delle mazzette. Quelle che Cetera avrebbe intascato per arrotondare lo stipendio percepito dall’Usl 1. E nell’avanzare tali richieste non si sarebbe nemmeno fatto tanti scrupoli, secondo una delle testi. Anzi, già la sua segretaria, prima di far entrare le pazienti, si documentava sul reddito familiare e sul tipo di vettura posseduta. Un sorta di mini-sondaggio che, forse, serviva per calibrare la richiesta economica del medico.
Episodi gravissimi che, anche ieri, gli sono costati il terzo no del pubblico ministero, Katjuscia D’Orlando, alla richiesta di patteggiamento avanzata dai suoi legali, anche se il Tribunale (presidente Coniglio a latere Sgubbi e Cittolin) si è riservato di valutare la richiesta di applicazione della pena.
Acquisiti al fascicolo dibattimentale anche il video che documenta il passaggio di denaro dalle mani del marito di una paziente a quelle del medico.
Stilata quindi una scaletta di udienze per sentire le 47 parti offese. Si tornerà in aula il 14 ottobre, quindi il 18 novembre e il 16 dicembre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino