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MERETO DI TOMBA Un filare di gelsi, simbolo del paesaggio rurale friulano ed eredità lasciata da un mondo contadino che trovava un sostegno economico nella bachicoltura, in alcuni paesi del Medio Friuli è intoccabile. L’altro ieri a nord di via Piemonte, a Savalons, dove il Consorzio di bonifica pianura friulana sta realizzando un’importante opera idraulica per proteggere il paese dagli allagamenti, di gelsi ne sono stati tagliati quattro, un colpo netto con la motosega alla base del tronco, senza alcun preavviso. «Impossibile recuperarli», ha sentenziato Mauro Rizzotti, l’agricoltore di Vivaro che in 21 anni ha salvato un migliaio di esemplari in tutto il Nordest.
LA REAZIONE
A Savalons la reazione non si è fatta attendere. Ad avvertire il proprietario sono stati alcuni compaesani. I gelsi si trovavano ai bordi di un fosso che è stato espropriato per poter realizzare le opere previste dal Consorzio. A tagliarli sono stati gli operai della ditta a cui è stato affidato l’appalto, intervenuti senza avvertire il direttore dei lavori, l’ingegner Nino Aprilis. È stato un intervento inaspettato, perchè il proprietario era convinto che i lavori sarebbero iniziati alla fine dell’estate e non aveva ancora deciso dove trapiantarli. «Se dobbiamo spostarli per via dei lavori - spiega Luca D’Antoni, anche nome di tanti altri compaesani - li sposteremo, cercheremo di trovare una soluzione, potremmo trapiantarne uno per ogni bambino nato in paese, ma tagliarli no, è la nostra storia, a piantarli sono stati i nostri nonni».
I LAVORI
Il Consorzio di bonifica non era al corrente del taglio. L’ingegner Stefano Bongiovanni ieri si è subito interessato e già nel pomeriggio Aprilis ha effettuato un sopralluogo. «Siamo a disposizione per ogni chiarimento», hanno spiegato. Se dovessero esserci altri gelsi a rischio, l’ente consortile è a disposto a trovare una soluzione. La sistemazione idraulica a valle dell’ultima cerchia morenica riguarda Fagagna, San Vito di Fagagna e, a Mereto di Tomba, la frazione di Savalons, dove in passato esisteva un bacino naturale di “lavie” che negli ultimi cinquant’anni è scomparso. Per ridurre il rischio che Savalons si allaghi quando ci sono precipitazioni molto intense, verranno realizzate tre vasche di laminazione, in modo da contenere la portata d’acqua in eccesso, e realizzati argini lungo i canali principali. Domani a Savalons cominceranno i lavori di scavo per il manufatto di sfioro, per questo i gelsi sono stati abbattuti. «Sono previsti rimboschimenti - assicura l’ingegner Aprilis - per mascherare gli argini e le vasche».
IL SINDACO
«Mi fa piacere questo interesse ambientale da parte della popolazione - ha commentato il sindaco Claudio Violino - I gelsi non sono autoctoni, ma contraddistinguono il paesaggio friulano.
Il Gazzettino