Tramite dei falsi profili su Telegram ruba l’identità agli amministratori di società che operano nell’ambito delle Criptovalute e contatta i loro clienti...
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Il sistema in cui operano le due società è allo stesso tempo semplice e complesso. Anche chi di criptovalute non se ne intende avrà sentito parlare dei bitcoin, il denaro virtuale. Ma non ci sono solo i bitcoin. Esistono moltissime altre valute, create attraverso le ICO (Initial Coin Offering), delle forme di finanziamento utilizzate dalle startup: per reperire dei fondi si propone al pubblico un progetto che verrà realizzato tramite le cosiddette blockchain con la creazione di denaro virtuale da cedere, a fronte di un corrispettivo, ai finanziatori, ad un prezzo più basso rispetto a quello al momento dell’ingresso della criptovaluta nel libero mercato. GastroAdvisor (per il ramo gastronomia) e Vank (per le imprese) stanno facendo questo: stanno creando delle reti di imprese e di singoli cittadini che si scambiano reciprocamente beni e servizi usando come moneta di scambio i crediti virtuali (nel caso di Vank si chiamano EuroV). Il tutto senza interessi, «ridimensionando così il ruolo di finanziarie e banche» spiega Grespan.
Il problema è che da un paio di mesi un hacker è riuscito a clonare i profili Telegram sia dell’amministratore delegato di GastroAdvisor che di Grespan, numero uno di Vank. «Gli è bastato cambiare una sigla del profilo e rubarmi la foto, ma è riuscito a contattare alcuni clienti, proponendo loro degli investimenti - spiega Grespan -. Per ora ha cercato di far acquistare criptovalute per importi limitati, non superiori ai 400 euro. Ma si tratta comunque di un delinquente che va fermato al più presto». Grespan si è subito rivolto a Telegram riuscendo a far disattivare il profilo fasullo, ma l’hacker ha utilizzato lo stesso sistema per clonare l’identità di altri CEO, compresi quelli di alcuni dirigenti di importanti compagnie assicurative. «Abbiamo già presentato denuncia alla polizia postale e speriamo che tutta questa storia finisca presto - continua l’amministratore delegato di Vank -, anche perchè l’hacker sta cercando di contattare vari privati proponendo grossi acquisti di Criptovalute». Il rischio insomma è sia per gli investitori che per i sistemi creditizi legati all’utilizzo, sempre più diffuso, del denaro virtuale.
Nei giorni scorsi, servendosi di reti sicure VPN, di fatto irrintracciabili, l’hacker si è pure messo in contatto con Grespan e con l’amministratore delegato di GastroAdvisor. Lo ha fatto in modo sfacciato, vantandosi delle sue imprese quasi a sentirsi in diritto, come una sorta di Robin Hood dell’era tecnologica, di raggirare le aziende. «Con noi si è messo in contatto tramite Telegram, lasciando dei messaggi vocali - precisa Grespan -. Si vantava di saperci fare e ha addirittura proposto di unire le forze per realizzare una truffa. È un pazzo che va assicurato al più presto alla legge. Danneggia le imprese e rischia di mandare sul lastrico le famiglie. Per questo, così da incentivare e aiutare il lavoro delle forze dell’ordine, abbiamo deciso di istituire una taglia di 50mila euro (25mila in Fork e 25mila in Vank) a chi darà informazioni per riuscire a individuarlo e farlo arrestare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino