Il nuovo gioco dell’estate? Rubare auto e poi abbandonarle alla periferia di Pordenone. Tra maggio e settembre 5 adolescenti di Fiume Veneto, Zoppola e Concordia Sagittaria...
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Alla baby gang sono stati attribuiti 15 dei 22 furti denunciati ai carabinieri di Fiume Veneto. Le macchine sono in cima alla lista. Sei colpi. Tutte le auto sono state ritrovate senza ammaccature o altri danni. I ragazzi - che entravano in azione tra le 22 e le 4 del mattino - rubavano le chiavi all’interno delle abitazioni e poi via verso le zone industriali. Fumavano, bevevano e poi abbandonavano le vetture. I militari le ritrovavano sempre l’indomani con l’abitacolo in disordine e impronte dappertutto. La sezione Rilievi del Nucleo investigativo ha rilevato le impronte dei ragazzi (dita, palmi e anche tracce biologiche) su portiere, cruscotti, lattine di birre e anche su una sigaretta elettronica. Le successive comparazioni nei laboratori del Ris di Parma hanno fatto il resto.
I VANDALISMI
Altri due furti sono stati commessi su macchine e quattro in abitazioni (sottratti decespugliatori e motoseghe). Oltre al furto di una bicicletta, i cinque dovranno dare spiegazioni anche sul saccheggio nel distributore automatico di bevande della scuola Bagellardo di Fiume e sulle bottiglie di superalcolici rubate alla Pro loco di Cimpello. Dovranno poi giustificare i vandalismi ai danni della Pro loco di Pescincanna, vissuta dai volontari dell’associazione come una vendetta. La baby gang era stata infatti notata nelle vicinanze della sede. Qualcuno ha chiamato il 112, sono arrivati i carabinieri e i ragazzi sono scappati. Quando è tornata la calma, sono entrati nel magazzino della Pro, hanno spaccato bottiglie di vino e fatto a pezzi diverse angurie, poi usate per imbrattare i muri.
LA NONNA
«Non sappiamo se per loro fosse un gioco o una sfida - hanno spiegato il maggiore Luciano Summo e il maresciallo Eugenio Mortillaro - Però a mano a mano che i furti venivano commessi, si sentivano sempre più forti e sicuri. Il fenomeno andava arginato, stava diventato rischioso». Ne sa qualcosa la 76enne che questa estate li accolti nella sua abitazione. Si erano offerti per qualche lavoretto in casa. Mentre lei andava a prendere qualcosa da bere, le hanno rubato 250 euro. Lei non ha denunciato. Che potevano essere stati i ragazzini lo ha capito quando sono tornati a farle visita la seconda volta. Con una scusa le hanno sottratto le chiavi della macchina e durante la notte gliel’hanno portata via. I carabinieri, come tutte le altre volte, l’hanno trovata abbandonata a qualche chilometro di distanza. Il caso adesso è chiuso, la Procura per i minorenni ha preso provvedimenti, ma per i militari dell’Arma l’epilogo ha un sapore amaro: «Pensavamo di dover dar la caccia a una banda organizzata, invece erano dei ragazzini».
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Il Gazzettino