TRIESTE - Il 40% delle donne fumatrici italiane non sospende il fumo durante la gravidanza. Il dato, allarmante per la salute dei bambini, è stato sottolineato...
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Obiettivo della campagna di sensibilizzazione è quello di mandare un forte grido di allarme alla società civile, affinché il messaggio arrivi chiaro e forte. Il fumo in gravidanza fa male al bambino, e le conseguenze possono essere permanenti. «Si tratta di temi noti – ha spiegato il direttore sanitario dell’IRCCS Burlo Garofolo, Adele Maggiore – ma per quanto noti, non sufficientemente ribaditi alle famiglie e alla società civile. Oggi abbiamo costituito una alleanza che ci permetterà di parlare continuamente di questo problema, e lo faremo con grande abnegazione, fino a quando le mamme non avranno chiaro che fumare in gravidanza è una delle cose peggiori che si possa fare per il proprio bambino. E non bisogna usare mezzi termini: su questo tema bisogna essere chiari, divulgativi e costanti nella comunicazione, visto che i dati ci dicono che il tasso di donne fumatrici in italia non accennano ad abbassarsi e a Trieste sono più alti della media, con un tasso elevato soprattutto tra le donne giovani».
Il percorso di sensibilizzazione – che comprende materiale divulgativo dedicato alle donne – inizia oggi, con un corso dedicato al personale sanitario, al via alle 14 nell’Aula Magna dell’IRCCS Burlo Garofolo. E’ documentato che nelle donne fumatrici il tasso di aborti del primo trimestre è più alto rispetto alle donne che non fumano. Tra gli effetti negativi che il fumo può determinare in gravidanza rientrano l'aborto spontaneo, il distacco di placenta, la rottura prematura delle membrane, la morte intrauterina
basso peso alla nascita, morte improvvisa, basso peso alla nascita del neonato o Sindrome della morte nella culla, problemi respiratori, rischio di malattia cardiovascolare in età adulta, problemi comportamentali, sviluppo intelettivo danneggiato.
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Il Gazzettino