Francesco Gnesotto: «Riprodurre sulla Terra l'energia del Sole»

Francesco Gnesotto: «Riprodurre sulla Terra l'energia del Sole»
PADOVA - Lungo la tangenziale Est, all'altezza di Corso Stati Uniti, lo sguardo non si può non posare su un grande edificio bianco su cui campeggia l'indirizzo...

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PADOVA - Lungo la tangenziale Est, all'altezza di Corso Stati Uniti, lo sguardo non si può non posare su un grande edificio bianco su cui campeggia l'indirizzo sevuoisapere.it e attorno al quale si stanno installando grosse apparecchiature di colore blu. Il mistero è svelato dal professore Francesco Gnesotto, presidente del Consorzio Rfx (Reversed Field eXperiment).

«È una porzione dell'Area della Ricerca del Cnr, che è entrata nel terzo millennio con una grande sfida dell'umanità: la produzione sulla Terra dell'energia del Sole, quella da fusione».
Quali sono le differenze tra fissione e fusione?
«Le ricerche sulla fusione cercano semplicemente di riprodurre sulla Terra quello che avviene all'interno del Sole. Il processo di fusione è l'esatto opposto della fissione: in quest'ultima, i nuclei di un elemento pesante (uranio), colpiti da neutroni, si spezzano producendo energia. Nella fusione invece i nuclei di due elementi leggeri (deuterio e trizio, isotopi dell'idrogeno) si uniscono producendo energia. Entrambi i processi hanno il grande pregio di non produrre anidride carbonica, la maggiore responsabile dell'effetto-serra. Ma rispetto alla fissione, la fusione è intrinsecamente sicura: qualunque incidente accada, la reazione si spegne da sola; i combustibili deuterio e trizio si ricavano dall'acqua del mare e dalle rocce ricche di litio (sì, quello delle batterie), perciò ogni Paese sulla Terra ne è dotato: addio alle guerre per il petrolio».
Energia pulita, insomma?
«Anziché scorie radioattive, che necessitano di stoccaggi geologici, la fusione produce elio, un gas innocuo, anzi estremamente utile per molte applicazioni».
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Il Gazzettino