Imprenditrice ed ex sciatrice vinta dalla Sla: «Vulcano di entusiasmo»

Francesca Assirelli
TREVISO Era una donna piena di vita e di entusiasmo, che amava lo sport e che non stava mai ferma, grazie a un'anima e a un cervello vivaci, ma la Sla, una malattia terribile...

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TREVISO Era una donna piena di vita e di entusiasmo, che amava lo sport e che non stava mai ferma, grazie a un'anima e a un cervello vivaci, ma la Sla, una malattia terribile che ti toglie tutto, se l'è portata via. E ora ai familiari e agli amici non resta che ricordare con amore Francesca Assirelli, 63 anni, originaria di Venezia Lido, ma poi vissuta a Cortina d'Ampezzo e infine, dopo il matrimonio, trasferitasi a Treviso. Cresciuta a Cortina, dove il papà Alberto Faceva l'avvocato con l'aiuto di mamma Doralice Damiani, friulana doc, lascia nel dolore il marito Emanuele e i figli Alvise e Michele. E anche il cane Mia al quale Francesca era molto affezionata.


Dopo il matrimonio, nel 1980, con l'imprenditore Emanuele Salice, si era trasferita a Treviso, dove è rimasta vito alla morte, dedicandosi ad attività di ogni tipo, sempre con lo spirito di una ragazzina, fino a quando la malattia non le ha tarpato le ali. Ha trascorso molte estati a Jesolo dove, nel 1994, è stata la prima armatrice donna del Porto Turistico. Donna piena di vita, capolavoro d'energia e personalità, amata da molti, era sempre pronta a mettersi in gioco. Sciatrice provetta, in gioventù aveva sfiorato la convocazione in Nazionale per poi diventare maestra), ma donna piena di interessi. In casa era un vulcano del fai-da-te, un pozzo di idee con gusti architettonici raffinati, ma anche una cuoca sopraffina che faceva da mangiare in tailleur per poi correre ad occuparsi di mille altre cose, dal lavoro e non solo. Era il vero e proprio pilastro della famiglia.

BATTAGLIERANel 2001 Francesca aveva vinto un duplice ed aggressivo cancro al seno, uscendo di slancio da otto mesi di chemioterapia, ma anche sopportando con grande forza di carattere dodici interventi chirurgici. «È questa - ricordano con le lacrime agli occhi le persone che più le hanno voluto bene - è stata solo uno delle tante battaglie che Francesca ha saputo vincere nella vita. Ma poi è arrivata la Sla: lei l'ha combattuta con tutte le forze, ma alla fine ha dovuto arrendersi. L'unico nemico che, sfidato per 4 anni, non è riuscita a sconfiggere». Francesca si era sempre considerata un'araba fenice, in grado di risorgere dalle proprie ceneri. In questi ultimi giorni le era rimasto un solo desiderio: che la mamma Dora, morta il 9 agosto di due anni fa, se la prendesse con sé in cielo. Francesca non riusciva ad accettare l'idea di trasformarsi in un peso per i suoi tre uomini, dopo esserne stata la forza per decenni. «E lo ha fatto - dicono i figli - fino all'ultimo respiro». Giovedì alle 15, nella chiesa di San Lazzato, sarà celebrato il funerale.(as) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino