FONZASO - Fratelli albanesi condannati a un totale di 7 anni per il furto di un decennio fa alla Technowrapp di Fonzaso. Insomma quando si dice che la giustizia è lenta, ma...
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L'udienza di ieri è iniziata con la testimonianza del maggiore del Ris, Nicola Staiti, che ha spiegato come sono arrivati a trovare il Dna negli abiti indossati dagli albanesi. È stata quella infatti la prova schiacciante, che portò nel 2010 alla chiusura delle indagini. I due Balla vennero ritrovati a Possagno (Udine) e l'altro in Puglia a Bari e iniziò il processo. Tutto grazie a due paia di jeans lasciati nello spogliatoio della Technowrapp, dove i malviventi si erano cambiati e erano usciti con indumenti da lavoro addosso e la refurtiva.
Il furto venne scoperto alle 7.30 del mattino da uno dei soci dell'azienda di Fonzaso che arrivò sul posto di lavoro e si accorse dei segni di effrazione nello stabilimento. Ignoti avevano rubato euro, sterline inglesi e zloty polacchi per un valore totale di 800 euro in tutto. Avevano anche forzato le macchinette del caffé, prendendo qualche spicciolo. Infine si erano impossessati di un telefonino cellulare (questo venne recuperato a Mugnai di Feltre e restituito). Prima di andarsene però i malviventi, inzuppati di acqua visto che quella notte pioveva, si cambiarono di abito. Gli indumenti ritrovati vennero spediti ai Ris di Parma che smascherarono la banda di albanesi.
Quella notte c'era stata una dozzina di furti nel territorio comunale di Fonzaso, tra ditte e abitazioni, ma in questi casi gli investigatori non sono stati così fortunati. Alla banda finita alla sbarra quindi si contestava solo il colpo alla Tecnwrapp per un totale di 800 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino