Fondazione Cariparo: 1,35 milioni spesi in 30 anni per il territorio

La Fondazione Cariparo
PADOVA - Domani nell’aula magna dell’Università la Fondazione Cassa di Risparmio celebrerà i suoi 30 anni di vita con un convegno a cui parteciperanno...

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PADOVA - Domani nell’aula magna dell’Università la Fondazione Cassa di Risparmio celebrerà i suoi 30 anni di vita con un convegno a cui parteciperanno fra gli altri il ministro per l’Economia Daniele Franco, il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro e il presidente dell’Acri, Francesco Profumo.


Presidente della Fondazione è Gilberto Muraro emerito di Scienze delle Finanze al Bo. Presidente come definirebbe oggi una Fondazione bancaria?
«Un ente filantropico che ha ricevuto in eredità il patrimonio delle casse di risparmio ed ha avuto il compito di metterlo a frutto per erogare aiuti sul territorio lungo linee di azione in parte fissate dal legislatore e in parte scelte: dalla salute, all’ambiente passando per istruzione, formazione, ricerca, cultura. Siamo in posizione sussidiaria, integriamo il pubblico per promuovere la qualità della vita di una comunità aperta, solidale e incline all’innovazione». 
Possiamo dare un’idea di quanto la Fondazione ha erogato dalla fine del 1991?
«Attualizzando il rapporto lire-euro siamo a 1,35 miliardi di euro. Di questi quasi 300 milioni per istruzione e formazione, 238 per arte e attività culturali, 217 per l’inclusione sociale, 202 per la ricerca, 132 per la salute e 73 milioni per fondi nazionali».
Il patrimonio ereditato all’inizio con il 100 per cento delle azioni della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo era pari a 570 milioni in euro. Attualizzati valgono 1,06 miliardi. Però il patrimonio supera i 2 miliardi. Non è andata così per altre Fondazioni “cugine”. Voi come avete fatto?
«Abbiamo mantenuto l’impegno verso le generazioni future grazie alla buona gestione. Ci siamo scelti la banca giusta, Intesa Sanpaolo che con l’attuale 1,79 per cento di azioni in nostro possesso è il motore principale della nostra capacità erogativa grazie ai dividendi. Secondo: non ci siamo caricati di investimenti immobiliari che ci avrebbero appesantito. Terzo: abbiamo diversificato gli investimenti».
L’avanzo del 2020 ha risentito della pandemia. E il 2021?
«L’avanzo di 41,7 milioni è stato condizionato dalla situazione. Quello del 2021 non è ancora definito ma è senza dubbio andato molto meglio».
Ci saranno maggiori erogazioni?
«Abbiamo stabilito l’anno scorso un piano triennale che permetterà di passare da 45 a 55 milioni di euro di erogazioni annue. Non inseguiamo risultati ma puntiamo a una capacità erogativa stabilizzandola su una curva in crescita».
La Fondazione ha dato un grande aiuto durante il Covid...
«Sono stati messi a disposizione 15 milioni di euro. Che sono andati dal sostegno di Ulss e ospedali per attrezzature fino a interventi a tappeto su case di riposo e comuni. Più il sostegno diretto alle famiglie con i pacchi farmaci e alimentari. Ci siamo mossi in 48 ore attivando una rete di pronto intervento con Caritas e Sant’Egidio. In più abbiamo dato 3 milioni per attività di ricerca».
Non se ne parla spesso ma la Fondazione permette recuperi di beni storici impensabili...
«Le faccio un piccolo elenco parziale: 5 milioni per palazzo della Ragione, 4,3 sulla rampa carrarese, 3,4 sull’ Abbazia di Praglia; 2,6 su chiesa Eremitani; 2,3 sul castello carrarese; 2 milioni sulle Mura ma saranno di più; 1,6 per villa Vescovi, duomo di Este pala del Tiepolo 1,5; museo civico 1 milione, Scrovegni 1 milione, Veneranda Arca 2 milioni».
E finalmente si è sbloccata anche la partita del conservatorio con l’intervento di Intesa. Ora manca l’auditorium.

«Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, non appena il Comune deciderà dove e come farlo».
 

 

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Il Gazzettino