SUTRIO (Udine) - La cultura contadina, la coltivazione dei cereali e i prodotti che da tempo immemorabile ne derivano sono al centro di gustoso e rustico appuntamento “Farine...
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Un gustoso il percorso, in sei tappe, alla scoperta di sapori antichi, ancestrali. Ogni tappa porta il nome, in friulano, di un mulino ancora attivo, o comunque visitabile, in una località della zona: Mulin di Socleif (a Socchieve), da Moras (a Trivignano Udinese), dal Flec (a Illegio di Tolmezzo), Mulin di Croce (a Cercivento), Mulin di Cianet (a Forni di Sopra), Mulin di Cjase Cocel (a Fagagna).
Con esposizione di farine, oggetti di lavoro e attrezzi da cucina, in ogni tappa si raccontano le lavorazioni di un tempo e quelle di oggi, le diverse tipologie di farine, i loro utilizzo migliore. È inoltre possibile degustare pietanze particolarissime, dai sapori dimenticati, abbinati alle pregiate birre di sei birrerie artigianali del Friuli Venezia Giulia: la treccia all’aglio di Resia con formaggi di malga, il crostino di pane rustico con formadi frant affinato alle erbe, l’orzotto alle ortiche i campo con mignon di pane chia (pianta della specie della salvia i cui semi sono ricchi di omega 3), il pane di segale con il pastorut (formaggio erborinato a pasta molle, in cui dolce e piccante convivono armoniosamente), la polenta di Gemona con il frico (tortino a base di formaggi e patate, il più tipico piatto della Carnia) nelle versione di Sutrio. E poi, pani e grissini di molteplici tipi abbinati a formaggi e salumi carnici e, fra i dolci, la montagna di farro e cioccolato, la crostata di fragole, i biscotti plume di soreli dal colore tipico del granturco giunto a maturazione o quelli di farina di mais e noci.
Una storia che parte dal 1077
La coltivazione dei cereali è strettamente legata alla storia e alla magra economia rurale dell’alta Val del But, dove si trova Sutrio, e ha antiche origini: risale al periodo dei Patriarchi (1077), che concedettero alcune terre agli abitanti. Iniziò da quel momento la loro opera faticosa per rendere fertile e coltivabile il terreno, sterile e ghiaioso. Nonostante le condizioni climatiche poco favorevoli, riuscirono a coltivare il grano, l’orzo, il grano saraceno (Pajan), la segale e, dopo la metà del 1700, anche il granoturco, che finirà col soppiantare tutti gli altri cereali. In tempi recenti, tuttavia, alcuni agricoltori e mulini locali hanno rivalorizzato gli antichi cereali, che Farine di Flor, antichi sapori della Carnia contribuisce a far riscoprire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino