Fatture elettroniche in montagna: manca la banda larga, aziende in tilt

Fatture elettroniche in montagna: manca la banda larga, aziende in tilt
BELLUNO - Avvio difficile per la fatturazione elettronica: artigiani e partite Iva sono alle prese con uno strumento nuovo e per di più imposto. Tanto basterebbe per...

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BELLUNO - Avvio difficile per la fatturazione elettronica: artigiani e partite Iva sono alle prese con uno strumento nuovo e per di più imposto. Tanto basterebbe per rendere indigesta la novità burocratica. Se poi ci si mettono problemi di connessione internet e di strumenti informatici, il quadro è completo. Un quadro di resistenze e recalcitranze, di ore perse al computer e di aziende in difficoltà. Ed è solo l'inizio dell'anno: a fine mese e a inizio febbraio, quando il flusso di fatture digitali comincerà ad essere costante, la situazione potrebbe risultare ben più ingarbugliata.


 
IL DATO
Anche perché non sono poche le partite Iva bellunesi che hanno dovuto adeguarsi a quanto previsto dall'ultima finanziaria. I dati forniti dal Centro Studi di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) parlano di circa 8mila imprese sottoposte al nuovo sistema di fatturazione elettronica, sul totale di 14mila ditte bellunesi (la differenza tra l'obbligo di e-fattura e meno sta nei regimi agevolati, dei minimi e forfettario, delle partite Iva). Alla fine dell'anno si arriverà ad una mole di 9,15 milioni di fatture digitali emesse nella sola provincia di Belluno.
LE DIFFICOLTÀ
Intanto qualche intoppo c'è stato. Artigiani, liberi professionisti e commercianti hanno dovuto adeguarsi. «Magari brontolando, ma tutti hanno ottemperato alla norma - spiega Michela Marrone, presidente dell'ordine dei commercialisti di Belluno -. Il problema è che vediamo già le prime difficoltà». I commercialisti stanno interpretando un ruolo da parafulmini in questi giorni. Anzi, in questi mesi. Perché gli studi degli esperti in materia contabile hanno iniziato molto tempo fa il percorso di avvicinamento alla fattura elettronica. «Stiamo vivendo un periodo di intasamento nei nostri studi - conferma Marrone -. Gli ultimi mesi li abbiamo dedicati solo a questo. La situazione è un po' pesante, perché il sistema spesso si blocca, il software non è ancora eccellente, nonostante l'Agenzia delle Entrate dica che sta funzionando tutto. Ed è solo l'inizio: siamo al 10 di gennaio e molti stanno ancora facendo le fatture di dicembre. Chissà cosa succederà a fine mese? E poi a luglio, quando entreranno altre categorie nel nuovo sistema di fatturazione digitale...».
BANDA LARGA E DINTORNI
Il problema è duplice: di adeguamento e di infrastrutture. Del resto, la fatturazione elettronica viaggia su internet, con un trasferimento di dati all'Agenzia delle Entrate che ha come intermediario un sistema di interscambio on line. Chi ha la banda larga e internet veloce è avvantaggiato. E le attività di montagna? «La digitalizzazione non c'è ancora - dice Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno -. Ancora una volta la nostra provincia paga una carenza infrastrutturale. E poi, per quanto le associazioni di categoria siano vicine agli associati in questo percorso, la nuova fatturazione esige conoscenze informatiche che non tutti hanno».
I COSTI

Conoscenze informatiche o consulenze. Sono moltissime le partite Iva che per non sbagliare hanno affidato all'esterno tutto (o in parte) il servizio di fatturazione elettronica. «Molti continuano a emettere fattura cartacea e poi portano la documentazione a società di servizi che fanno il resto - dice Scarzanella -. In questo modo i costi per le attività aumentano. Ecco perché contiamo che arrivino alcuni sgravi. Le partite Iva e le piccole imprese, ancora una volta, si stanno facendo carico di incombenze che lo Stato cala dall'alto. Se contestualmente ci avessero tolto qualche pezzo di burocrazia, sarebbe stato più semplice».
Damiano Tormen Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino