Il farmacista Nello Jelmoni di Treviso compie 103 anni, una vita incredibile e il vizietto delle quattro sigarette al giorno

Il farmacista Nello Jelmoni di Treviso compie 103 anni
TREVISO - Una vita ricca di emozioni. Nello Jelmoni ha festeggiato ieri, 8 marzo, i 103 anni insieme ai tre figli, Giovanna, Sabina, Pierfrancesco e al resto della grande...

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TREVISOUna vita ricca di emozioni. Nello Jelmoni ha festeggiato ieri, 8 marzo, i 103 anni insieme ai tre figli, Giovanna, Sabina, Pierfrancesco e al resto della grande famiglia. «La mia è una storia bellissima» ammette mentre riposa sulla poltrona preferita, con posacenere a portata di mano in caso venisse voglia di una delle quattro sigarette giornaliere che si concede.

Quattro sigarette al giorno e una vita ricca, il farmacista compie 103 anni

Nato a Codognè l’8 marzo 1920, Nello Jelmoni ricorda perfettamente la propria storia, dal principio fino agli ultimi anni, meno felici, ma superati con dignità e amore per la vita. «Le scuole elementari le ho fatte a Treviso, prima alle Prati e poi alle De Amicis - ricorda - E il ginnasio invece al Pio X». Il suo percorso accademico è proseguito con l’iscrizione all’università di Padova, alla facoltà di Chimica, durante la quale Nello ha dato prova di una notevole attitudine allo studio. Era il 1941. «Al quarto anno il professore mi chiese di diventare assistente per le matricole, ma io mi rifiutai: la maggior parte degli assistenti era stata chiamata alle armi».

Gli anni della guerra e gli studi per evitare l'arruolamento

Per evitare di essere reclutato, Jelmoni decise di cambiare facoltà passando a Farmacia, ai cui laureandi era permesso di aspettare fino alla laurea prima di arruolarsi. «Mi sono laureato al quarto anno. Poi sono andato a fare il corso ufficiali a Firenze e ricordo che il 31 agosto 1943 ero tornato a Codognè in licenza e una settimana dopo è arrivato l’armistizio. A Firenze non ci sono più tornato e sono scappato». Ancora provato dalla dieta povera in caserma, «un pugno di olive e delle acciughe», si sposta a Sappada. «Ero un disertore. Mi sono rifugiato in un albergo».

La professione

Finita la guerra, nell’estate del ’45 torna a Codognè e inizia a fare il farmacista, lavoro che lo porterà a trasferirsi a Padova, dove conosce la moglie Lidia. «Passava sempre insieme alle amiche davanti al Caffè Racca e aveva notato mio fratello che ogni giorno andava a bere il caffè. Poi lui dovette andarsene da Padova e presi io il suo posto come cliente abituale del Racca». Così, grazie all’aiuto fraterno, Nello riesce a conoscere Lidia, che sposerà tre anni più tardi. Così ha inizio una vita serena che ha portato Nello Jelmoni a poter dire aver vissuto, per davvero. «Ancora oggi si tiene attivo - precisano i figli - segue sette telegiornali al giorno e fa delle camminate in giardino. Un papà davvero incredibile».

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Il Gazzettino