Famiglia di ladri arrestata, derubati da tutta Italia per vedere il "tesoro"

Famiglia di ladri arrestata, derubati da tutta Italia per vedere il "tesoro"
PADOVA - Chiamate da tutta Italia, una trentina in una sola giornata, ai carabinieri del comando provinciale per prendere appuntamento e vedere la refurtiva recuperata dai...

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PADOVA - Chiamate da tutta Italia, una trentina in una sola giornata, ai carabinieri del comando provinciale per prendere appuntamento e vedere la refurtiva recuperata dai militari dopo l'arresto della famiglia di ladri residente a Borgo Veneto. Tanti ritengono di essere stati vittime della banda composta dal padre Marko Bosjak, di 49 anni, dalla madre Luisa Braidich, 55enne, e dai figli Enthony, di 25, e Roberto, di 22.


In dieci mesi d'indagine i carabinieri sono riusciti a definire i ruoli all'interno del clan, composto da soggetti pregiudicati, e ad attribuire loro la bellezza di diciotto colpi, tra Veneto e Toscana. Su altri furti sono ancora in corso accertamenti: l'elenco delle scorribande potrebbe allungarsi. Raggiungevano località lontane a bordo di due diverse vetture. Le auto venivano continuamente sostituite: erano intestate al solito prestanome e la banda le acquistava e rivendeva servendosi di denaro contante.
 
Arrivavano sul posto con largo anticipo, a volte addirittura il giorno prima, per compiere i sopralluoghi.


Prediligevano le zone residenziali e le prede facili: villette o appartamenti deserti, sprovvisti di grate, inferriate o porte blindate, che venivano puntualmente razziati nella fascia oraria pomeridiana o all'imbrunire. La banda utilizzava grossi cacciaviti o piedi di porco per forzare porte e finestre. I Bosjak erano abitualmente vestiti con tute da ginnastica o abiti sportivi di colore scuro che assicuravano la massima agilità in caso di fughe repentine.
Razziavano monili in oro, orologi di valore e denaro in contanti riuscendo ad aprire anche le casseforti. La refurtiva recuperata dagli investigatori dell'Arma ha un valore complessivo di 170-180 mila euro. Il sodalizio criminale era abituato a disfarsi rapidamente dei gioielli che venivano venduti ai Compra Oro. In un paio di occasioni si è impossessato anche di armi da fuoco: due pistole che gli investigatori dell'Arma non sono ancora riusciti a ritrovare.

«A volte anche un cagnolino - ha commentato il colonnello Oreste Liporace - prima ancora che una telecamera o un allarme, può scongiurare il pericolo di un furto. È fondamentale, e non ci stanchiamo mai di ripeterlo, che i cittadini adottino tutte le precauzioni necessarie prima di uscire di casa, evitando di lasciare bene in vista e a portata di mano oggetti di valore o chiavi che aprono casseforti».
M.Lucc. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino