Falsi ricongiungimenti familiari: la polizia denuncia 200 stranieri

Falsi ricongiungimenti familiari: la polizia denuncia 200 stranieri
MONFALCONE (Gorizia) – Si è conclusa con altri 10 indagati l’operazione “Pandora” della polizia di Stato che, nel 2015, ha portato alla denuncia di...

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MONFALCONE (Gorizia) – Si è conclusa con altri 10 indagati l’operazione “Pandora” della polizia di Stato che, nel 2015, ha portato alla denuncia di oltre 200 stranieri che avevano avviato indebitamente le procedure di ricongiungimento familiare esibendo documenti alterati. L’attività investigativa era stata avviata nel 2014 dalla squadra mobile della questura di Gorizia nei confronti di persone straniere di cittadinanza somala, già presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno per asilo politico o protezione sussidiaria, che avevano avviato le procedure per l’acquisizione della residenza nel comune di Monfalcone, risultata poi fittizia.


Lo scopo? Richiedere il ricongiungimento familiare in favore di “asseriti” congiunti residenti all’estero, prevalentemente in Kenya e Malaysia. Come funzionava il meccanismo? Avveniva attraverso l’invio telematico della documentazione, alterata, con la mediazione della titolare di un’agenzia d’affari e disbrigo di pratiche amministrative di Monfalcone, ora chiusa; quest’ultima è stata denunciata per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e false attestazioni.

Le indagini, complesse e articolate, sviluppate in collaborazione con l’Agenzia delle entrate di Monfalcone e l’Inps, si erano estese anche nei confronti di centinaia di cittadini del Bangladesh già residenti a Monfalcone che nel 2013 e nel 2014 avevano avviato procedure telematiche, appoggiandosi alla stessa agenzia d’affari, di richiesta di assegni familiari e detrazione d’imposta per familiari a carico di lavoratori dipendenti. Questi ultimi erano stati denunciati per truffa aggravata poiché che avevano fatto richiesta indebitamente, e ottenuto, l’erogazione di assegni per familiari a carico mai entrati in Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino