Fabio rischia l'infarto, lo scopre cercando su Google. L'Usl si scusa

Fabio Brisolin
CONEGLIANO (TREVISO) - Salvo per caso grazie a Google. Fabio Brisolin 52 anni, imprenditore, sposato con un figlio. Al pronto soccorso di Conegliano non si sono accorti che...

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CONEGLIANO (TREVISO) - Salvo per caso grazie a Google. Fabio Brisolin 52 anni, imprenditore, sposato con un figlio. Al pronto soccorso di Conegliano non si sono accorti che rischiava l'infarto.




Velista esperto, Brisolin si è salvato la vita navigando su internet. Un giorno di metà febbraio dell'anno scorso, il 52enne è in palestra quando sente un dolore al centro del petto. Si ferma e la fitta passa. In quei giorni si sta curando con il cortisone per una tracheite. L'otorino lo rassicura dicendogli che il fastidio può essere causato proprio dal farmaco che sta prendendo.



Passano le settimane e la fitta si ripresenta quotidianamente con un senso di oppressione al petto, sudorazione alle mani e pallore. Il 7 maggio Brisolin va dal suo medico di base che diagnostica un reflusso gastroesofageo e gli prescrive un farmaco.



Il 52enne però non si sente tranquillo. Di lì a due giorni sarebbe dovuto partire per due regate impegnative. A quel punto il medico di base gli consiglia una visita cardiologica urgente. Brisolin si reca al pronto soccorso dell'ospedale di Conegliano accedendo con un codice giallo.



Viene sottoposto a due esami del sangue, una lastra toracica, un elettrocardiogramma a riposo. Dopo sei ore di accertamenti viene dimesso con questa diagnosi «Dolore toracico di natura extracardiaca».



Due giorni dopo Brisolin partecipa alla prima regata. Il dolore persiste. Il 1 giugno parte per la seconda regata. Il quinto giorno di navigazione Brisolin sta male e resta a letto. È preoccupato. Decide di provare a fare una ricerca su internet. Apre Google e digita «dolore al petto quindici minuti». Il motore di ricerca estrae una serie di risultati, tutti indicano angina pectoris.



Il 52enne prenota subito una visita dal primario di cardiologia dell'ospedale di Belluno che lo sottopone all'elettrocardiogramma da sforzo. Qualcosa non torna. Gli fanno subito una coronografia che evidenzia la chiusura all'80% della coronaria sinistra. Viene operato dopo due ore.



È vivo per un soffio e decide di raccontare la sua esperienza al direttore sanitario dell'ospedale di Conegliano, per contribuire a far funzionare meglio le cose e magari a salvare la vita a qualcun altro.



Il direttore sanitario gli assicura che farà chiarezza, ma a tutt'oggi Brisolin non ha ricevuto alcuna risposta.



Racconta la sua storia anche all'amico Mario Anton Orefice che la divulga attraverso il suo blog​.



«Oggi (ieri, ndr), appena avuta notizia del caso - afferma Gian Antonio Dei Tos, direttore generale dell'Usl7 - abbiamo immediatamente contattato l'assistito. Gli porgo le mie scuse per le mancanze evidenziate sul piano della comunicazione. Garantisco che quanto ci ha segnalato sarà oggetto di un attento esame sia per le implicazioni dal punto di vista professionale che della comunicazione. Chi ha sbagliato pagherà. L’analisi dell’iter diagnostico sarà, invece, occasione per un ulteriore miglioramento dell’operatività del Pronto Soccorso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino