Eutanasia, l'appello del sindaco di Spinea: «Ora su Elena cali il silenzio»

SPINEA «Si sta facendo molto clamore sulla storia di Elena. Capisco che abbia toccato temi importanti e delicati nella vita e nell’intimo di tutti. Però io...

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SPINEA
«Si sta facendo molto clamore sulla storia di Elena. Capisco che abbia toccato temi importanti e delicati nella vita e nell’intimo di tutti. Però io adesso vorrei chiedere silenzio e compassione per lei e per i suoi cari». A parlare è Martina Vesnaver, la sindaca di Spinea, il paese nel quale dal 2016 ha vissuto “Adelina” Elena Altamira, la 69enne malata terminale di cancro al polmone che ha fatto ricorso al suicidio assistito in Svizzera. La donna, accompagnata a Basilea da Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, è morta martedì 2 agosto. «I suoi familiari - continua la sindaca - hanno il diritto di essere abbracciati dal silenzio composto e amorevole dei loro concittadini»


VIA SORRENTO
“La scomparsa di Elena? Preferiamo non parlare”. Si trincerano dietro un composto silenzio gli inquilini di via Sorrento 5 a Spinea, il condominio in cui ha vissuto negli ultimi anni la 69enne. La storia di Elena ha generato un’ondata di commozione in tutto il paese. Le immagini dell’ultimo video, nel quale spiega le motivazioni della scelta, hanno fatto il giro di tv e giornali. Ma tutto il clamore mediatico sembra distante anni luce dalla palazzina di via Sorrento.
Il condominio è di nuova fabbricazione, “avrà al massimo 4 o 5 anni” spiega un dirimpettaio che vive dall’altro lato della strada. La zona è quella di Villaggio dei Fiori. Il giorno dopo la morte di Elena, regna un silenzio quasi surreale. Le persiane della palazzina bicolore beige e marrone sono tutte socchiuse, quasi a proteggersi non solo dal caldo estivo ma anche da occhi indiscreti. E’ il momento del dolore e gli inquilini si stringono intorno al marito di Elena, Luigi Crivellari e al resto della famiglia. 
IL VICINATO
Quasi come una monade, la palazzina bicolore è avulsa dal contesto circostante. Gli abitanti dei condomini intorno raccontano di non aver mai conosciuto Elena e alcuni di non aver sentito neanche della sua storia. “E’ strano – continua il dirimpettaio – abitavamo a cinque metri di distanza e non credo di averla mai vista”. Anche un’altra abitante di via Sorrento, qualche numero civico più in là, è senza parole: “Non ne sapevo niente e non credo di averla mai vista. Ma ritengo che ognuno abbia il diritto di decidere della propria vita. Nessuno può giudicare una scelta di questa portata”. Nella vicina piazza Taormina, anche l’oste della trattoria del quartiere si dice incredulo: “Non ne sapevo niente, ma mi dispiace molto”. Gli fa eco la commessa di un negozio: “Una scelta davvero coraggiosa perché in Italia non è permesso”.
Nessuno a Spinea sembra, dunque, aver mai visto Elena, così riservata nella vita privata e allo stesso tempo così coraggiosa nel raccontarsi nel suo ultimo viaggio. Perché il suo messaggio diventi universale.

 

 

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Il Gazzettino