L'etilometro era sporco: il giudice cancella la multa fatta dai vigili

L'etilometro era sporco: il giudice cancella la multa fatta dai vigili
FARRA DI SOLIGO - «L'etilometro non disponeva del dispositivo di lavaggio del tubo di "soffiaggio", come prevedono le norme europee. È perciò inattendibile la misurazione...

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FARRA DI SOLIGO - «L'etilometro non disponeva del dispositivo di lavaggio del tubo di "soffiaggio", come prevedono le norme europee. È perciò inattendibile la misurazione dell'alcolemia effettuata dalla strumento utilizzato dai carabinieri di Valdobbiadene».




Questa, in sintesi, la motivazione con la quale il giudice Leonardo Bianco, sposando le richieste dell'avvocato difensore Fabio Capraro, ha assolto perché il fatto non sussiste (formula piena) un imprenditore 45enne, residente a Farra di Soligo, annullando il decreto penale di condanna da 4mila 250 euro (3750 in sostituzione di 15 giorni di reclusione). Decisive, per il pronunciamento del giudice, le perizie eseguite dai consulenti Giorgio Marcon, per la difesa, e Amedeo Torzo, incaricato dal giudice.



Al centro del processo l'accertamento eseguito il 23 giugno 2012 a Vidor quando i carabinieri di Valdobbiadene fermarono l'imprenditore, che guidava un'Audi A8, e lo sottoposero ad alcoltest. Per lo strumento non c'erano dubbi: il 45enne era ubriaco (quasi tre volte più del limite massimo consentito). Il risultato? Un decreto penale di condanna da 4mila 250 euro e 7 mesi di sospensione della patente. L'imprenditore, sapendo di non aver bevuto ma di aver solo assunto un colluttorio, decise di opporsi al decreto penale per dimostrare la propria innocenza.



Dalle perizie è così emerso che le misurazioni dell'etilometro, non disponendo del dispositivo di lavaggio, avrebbero potuto essere «inquinate» da chi aveva usato lo strumento in precedenza. Una conclusione alla quale sono giunte due diverse perizie tecniche, mettendo in dubbio l'attendibilità dell'accertamento eseguito dai carabinieri. Ascoltate le conclusioni della difesa, per la quale l'indagine e le perizie avevano dimostrato l'inconsistenza del castello accusatorio, e quella della Procura (ha chiesto la condanna dell'imprenditore a tre mesi di reclusione), il giudice Bianco ha annullato il decreto penale di condanna e ha assolto con formula piena l'imprenditore, accusato ingiustamente d'essere stato ubriaco al volante. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino