GORIZIA - Colpo alla gang delle estorsioni agli imprenditori stranieri: arrestati (e poi ai domiciliari) due monfalconesi: un uomo di 65 anni e una donna di...
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Le indagini, iniziate ad agosto 2018, condotte dai finanzieri della Compagnia di Monfalcone, sono scaturite da una denuncia, presentata da parte di un lavoratore dipendente, nei confronti del proprio datore di lavoro (entrambi di origine bengalese), per fatti minimamente riconducibili a quelli che, da lì a poco, avrebbero attirato l'attenzione degli inquirenti. Infatti, le attività investigative hanno permesso di individuare l'esistenza di un sistema criminoso ben più ampio e complesso, ideato e realizzato dai due monfalconesi colpiti dal provvedimento restrittivo. Gli arrestati, approfittando delle forti relazioni esistenti con i titolari di alcune aziende committenti operanti nello stabilimento, si sono inseriti quali intermediari illeciti tra la domanda ed offerta di manodopera, manovrando a proprio vantaggio il meccanismo del sub-appalto e facendo leva sulla condizione di ricattabilità degli stranieri a capo di piccole aziende, a causa del basso tasso di scolarizzazione, della scarsa comprensione della lingua italiana e della pressoché inesistente consapevolezza circa i diritti e le tutele regolanti i rapporti di lavoro.
I due indagati hanno così preteso, a garanzia dell'assegnazione della commessa per lavori in sub-appalto, il pagamento di una «provvigione» dagli imprenditori estorti, previa minaccia di estrometterli dai futuri lavori in caso di mancata corresponsione di quanto imposto. L'estorsione non sempre si è esaurita nel pagamento indebito per ogni commessa ottenuta, ma si è realizzata anche attraverso altre imposizioni, come la fittizia assunzione di uno degli indagati nelle aziende degli imprenditori stranieri, al solo fine di giustificare contabilmente le «uscite» di denaro estorte. Nel corso degli ultimi mesi sono stati documentati numerosi episodi e fatti estorsivi, grazie anche alle attività tecniche svolte dai finanzieri, che vanno a comporre il quadro probatorio.
Da Fincantieri fanno sapere che gli indagati da anni non avevano autorizzazione a entrare in cantiere, per cui le presunte azioni estorsive sarebbero avvenute all'esterno dello stabilimento.
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Il Gazzettino