Escursionisti veneti salvati in condizioni estreme: «Grazie ai nostri eroi»

Escursionisti veneti salvati in condizioni estreme: «Grazie ai nostri eroi»
MANIAGO - «Quei soccorritori sono degli eroi: senza di loro...

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MANIAGO - «Quei soccorritori sono degli eroi: senza di loro forse non saremmo qui a raccontare la nostra vicenda»: a parlare sono i due escursionisti veneti che sono rimasti vittime, la scorsa settimana, di una disavventura lungo il sentiero 972 in comune di Barcis.  La coppia di esperti alpinisti stava scendendo verso la località turistica lacustre quando uno dei due è scivolato sul ghiaccio, rimanendo impigliato con il rampone in un pino mugo, procurandosi una frattura al ginocchio e una distorsione alla caviglia che gli ha impedito di proseguire. L'infortunio è avvenuto ad una quota di 1.400 metri, con una temperatura di 13 gradi sottozero e con folate di vento gelido. Proprio le condizioni estreme hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza della coppia di sportivi.  «Per fortuna eravamo equipaggiati a dovere - hanno fatto sapere -, altrimenti le nostre possibilità di salvezza sarebbe state minime. Avevamo materiale tecnico e perfino le coperte termiche, con degli elementi per accendere un fuoco di emergenza. Solo che nel punto in cui siamo rimasti bloccati e c'è stato l'infortunio sarebbe servita della benzina per innescare la fiamma». Appena hanno capito la serietà della loro situazione - il rischio di ipotermia era elevatissimo per l'escursionista ferito e immobilizzato a terra - hanno composto il numero unico 112: «Da quel momento è stata un'escalation di emozioni positive e di professionalità - confidano i protagonisti involontari della vicenda -. Dalla centrale operativa, una volta ottenute le coordinate Gps, hanno allertato il Soccorso alpino, ma l'operatore, sapendo del clima estremo, ci telefonava ogni dieci minuti per rassicurarci. Ad un certo momento siamo stati dirottati sul cellulare del caposquadra del Cnsas della stazione di Maniago. I tecnici, dopo aver allestito un campo base, hanno iniziato la lenta e pericolosa risalita verso di noi con una barella». A questo punto, dalla sola conversazione telefonica, si è capita la gravità della situazione, che necessitava di un'operazione di emergenza. «I nostri interlocutori, pur senza allarmarci, ci hanno riferito della zona impervia in cui eravamo bloccati. Hanno così deciso di stravolgere i protocolli e di contattare l'unico velivolo che, seppur con scarsissimo preavviso, sarebbe potuto decollare anche di notte e in condizioni difficili». Si tratta del velivolo dell'Aiut Alpin Dolomites di stanza in Alto Adige che è in grado di coprire tutta l'area dolomitica in circa 10 minuti di volo, elicottero che viene anche utilizzato dalle centrali di soccorso delle province di Bolzano, Trento e Belluno. In Friuli Venezia Giulia si tratta del primo intervento in assoluto. «Ci hanno salvato con manovre di straordinaria perizia - hanno concluso gli alpinisti -: in pochi minuti siamo stati portati in ospedale a Belluno. Tutto grazie alla loro bravura e all'intuizione del Soccorso alpino di Maniago, che ha capito che non avremmo potuto sopravvivere ad una notte trascorsa immobili nel gelo della valle». 
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Il Gazzettino