Svista da 490mila euro, la tipografia si tiene i soldi, lo Stato paga il conto

l'Ufficio scolastico regionale di Venezia
VENEZIA - Prima una svista che ha dell'incredibile, poi una serie di ritardi. Così 490mila euro di soldi pubblici sono andati in fumo. E rischiano di non poter...

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VENEZIA - Prima una svista che ha dell'incredibile, poi una serie di ritardi. Così 490mila euro di soldi pubblici sono andati in fumo. E rischiano di non poter più essere recuperati tanto facilmente. Una storia assurda, quella che si è chiusa ieri con una sentenza di non doversi procedere per la titolare di una tipografia di Santa Maria di Sala che, nel 2010, si era intascata i 490mila euro pagati per errore dall'Ufficio scolastico di Venezia che aveva invertito gli euro con le lire. L'ennesima beffa per i conti pubblici in questa vicenda iniziata da una banale fattura letta male. Quella emessa dalle Grafiche Serenissime, per un po' di carta intestata e delle buste, che riportava - come da prassi - l'importo in euro (263,68) e pure quello in lire (491.192). Ebbene qualcuno, all'Ufficio scolastico, invertì gli importi e versò sul conto corrente della tipografia una somma a sei cifre!


Ieri Sara Zagaia, 50enne di Mirano, già titolare delle Grafiche Serenissime, doveva essere processata per appropriazione indebita. Il difensore della donna, l'avvocato Alberto Furlanetto, ha chiesto di procedere con il rito abbreviato, osservando nel contempo come fossero trascorsi da pochi mesi i tempi previsti per la prescrizione del reato. E così al giudice monocratico di Venezia, Francesca Ardita, non è rimasto far altro che dichiarare il non doversi procedere per avvenuta prescrizione.

Un epilogo in cui i vari ritardi accumulati dalla diverse amministrazioni dello Stato hanno avuto la loro parte. A cominciare da quello con cui l'Ufficio scolastico si accorse del suo errore. 
 
 

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Il Gazzettino