Il Nordest fuori dal nuovo governo. Zanetti: «Un altro errore del Pd»

Enrico Zanetti
Onorevole Enrico Zanetti, ieri molti scommettevano sulla sua promozione a ministro, e invece niente. Siete fuori. A livello...

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Onorevole Enrico Zanetti, ieri molti scommettevano sulla sua promozione a ministro, e invece niente. Siete fuori.

A livello personale, tutte le ipotesi di un mio upgrade a ministro era legato alla disponibilità di ministeri economici, io non sarei andato in ministeri estranei al perimetro delle mie competenze.
Si parlava dell'Agricoltura.
Ma no, figuriamoci. Se c'era la disponibilità di un ministero economico, sulla base di un accordo politico, sarebbe stato un onore e un piacere, diversamente avrei lasciato spazio ad altri del mio movimento. Ognuno deve andare al governo per fare le cose che sa fare, in base alle proprie competenze.
Ma qui è l'accordo politico che è mancato.
Ha prevalso la volontà di fare un governo fotocopia, di Renzi senza Renzi, di riproporre gli stessi equilibri della situazione esistente, che vedeva il nostro movimento solo in ruoli di sottogoverno. Ma questa è una scelta che non si può condividere. Questo non è un invito a una festa, questo governo affronterà una transizione difficile, dovrà assumersi responsabilità che non verranno capite dai cittadini, quindi assumersi questa responsabilità senza nemmeno avere una partecipazione al governo diventa davvero poco ragionevole.
Eppure finora avete sostenuto il governo Renzi senza turarvi il naso: perché adesso non vi va più bene?
Perché questo non è più il governo Renzi nato per realizzare un vasto e importante programma di riforme. Questo è un nuovo governo di transizione e di gestione di problematiche esistenti. Prima c'erano da sostenere le riforme, ora c'è solo il governo da sostenere. Eravamo disponibili ad esserci, ma qui si vuole il nostro sostegno parlamentare senza farci partecipare alle decisioni su cui ci chiede il voto.
Quindi Ala-Sc non voterà la fiducia. Il governo ha i numeri lo stesso, al Senato, senza i vostri 18?
Noi non voteremo la fiducia. Penso che il governo la otterrà lo stesso, anche al Senato, ma il problema è dopo, nella quotidianità, quando dovrà andare in cerca di voti raccogliticci. E trovo singolare che di fronte a una forza che con 18 senatori è in grado di garantire una maggioranza molto solida al Senato, si scelga di replicare gli equilibri esistenti anche a rischio di avere oggettivamente difficoltà nelle prossime settimane e mesi.
Intanto Ala-Sc è fuori della porta e lei, viceministro, invece di essere promosso ministro, non farà neppure il sottosegretario. Colpa del suo amico Verdini, con cui la minoranza Pd proprio non digerisce di essere in coabitazione.

Per quanto riguarda me, in questo momento le condizioni politiche non ci sono, potrebbe esserci una mia partecipazione tecnica, non certo politica. Per quanto riguarda il rifiuto del Pd di allearsi con Verdini, è una colossale sciocchezza, questo non è un accordo con Verdini ma con una forza che comprende 16 deputati e 18 senatori, alcuni certo di estrazione ex centrodestra, esattamente come lo sono i parlamentari Ncd. Renzi ha fatto un grande errore quando ha personalizzato il referendum, e oggi la personalizzazione sulla figura di Verdini è un altro errore. Qualcuno mi spieghi perché 25 senatori ex Forza Italia targati Ncd vanno bene, e 18 senatori ex centrodestra targati Sc non vanno bene. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino