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Consumiamo più energia di quanta ne utilizzavamo prima della pandemia, quindi prima del brusco rallentamento dell’economia a cui è seguito un rimbalzo rincorso a sua volta da un nuovo tonfo. E a consumare di più siamo tutti: aziende, enti e anche cittadini. Il problema è che allo stesso tempo produciamo di meno rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid preso in considerazione. Non sforniamo molta meno energia, ma il segno è in rosso, negativo.
I NUMERI
Per la prima volta in Friuli Venezia Giulia sono stati “bruciati” più di 10mila gigawattora di energia in un anno. Una crescita del 7,4 per cento rispetto al 2020, quando ovviamente la pandemia nel suo periodo peggiore aveva depresso sia la produzione industriale che di conseguenza la domanda di corrente elettrica. Per la precisione, nella nostra regione e nell’ultimo anno i consumi hanno raggiunto i 10.078 gigawattora.
Nel 2019, ultimo anno libero dal Covid e da qualsiasi restrizione, ci si era fermati a quota 9.902 gigawattora su tutto il territorio regionale. E tra l’altro il trend era in calo rispetto agli anni precedenti.
I CONSUMATORI
È l’industria a trainare i consumi e anche a far registrare l’aumento maggiore in regione. La produzione nel 2021 ha bruciato circa 6.300 gigawattora, contro i 5.900 dell’ultimo anno pre-pandemico. È praticamente stabile, invece, il consumo domestico, che si situa ai livelli del 2019. I servizi (quindi ad esempio anche i trasporti) grazie agli investimenti in mezzi molto più sostenibili, consumano invece di meno rispetto al 2019. In leggero aumento, ma di soli nove gigawattora, i consumi dell’agricoltura.
LA FORNITURA
Ma quanta energia produciamo per far fronte ai consumi in aumento? Nettamente meno rispetto a quella che ci servirebbe ogni dodici mesi, con un aumento annuo che non regge certamente il passo rispetto al fabbisogno, dal momento che tra il 2020 e il 2021 siamo saliti solamente dell’1,8 per cento su base regionale.
Nel dettaglio, riusciamo a produrre solamente 2.849 megawattora in Friuli Venezia Giulia e il 60 per cento della produzione deriva ancora oggi dalla fonte termoelettrica, quindi quella meno pulita ma allo stesso tempo meno conveniente per come stanno oggi le cose.
Il fotovoltaico, per fare un esempio più che mai attuale, si ferma a 591 megawattora in regione, come confermano le tabelle della società nazionale Terna che contengono anche tutti gli altri dati elencati.
Attualmente, quindi, i pannelli rappresentano solamente il 20 per cento dell’energia prodotta in regione, all’interno di una quota totale che non sfiora nemmeno il fabbisogno richiesto dalle varie attività economiche e non solo. Il 18,4 per cento del totale, poi, è rappresentato dalla fonte idrica, mentre è notoriamente a quota zero il settore dell’eolico.
RINNOVABILI
Stupisce infine che nonostante la spinta ormai pluriennale verso l’energia pulita e soprattutto verso l’installazione dei pannelli fotovoltaici, in tutto il Friuli Venezia Giulia dal 2019 all’anno scorso la potenza garantita dai pannelli stessi sia cresciuta solamente da 545 a 591 megawattora. Poco, se si pensa alle necessità soprattutto dell’industria.
La speranza è quella che l’accelerazione impressa dalle norme - anche regionali - emanate quest’anno possa risultare decisiva, anche se di strada da fare ce n’è ancora molta.
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Il Gazzettino