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ROVIGO - Nonostante le code ed una partenza sprint nella prima metà della giornata, alla fine l'affluenza anche in Polesine è stata nettamente inferiore al passato con un calo di quasi il 10%. E con il partito del non voto che si afferma, quindi, come prima multiforme formazione politica, con oltre il 30%. Nonostante un'affluenza anche a questa tornata superiore alle medie nazionali, il calo c'è stato anche qui. Nel 2018 in provincia aveva votato il 76,49% degli elettori, ieri il 67,49%. Il 9% in meno. E in svariati comuni la differenza rispetto a quattro anni fa è superiore al -10%, come ad Ariano, Bagnolo, Castelguglielmo, Ceregnano, Corbola, Frassinelle, Fratta, Gavello, Loreo, Lusia, Pettorazza, Pincara, Porto Tolle, Rosolina, Taglio di Po, Trecenta, Villadose, Villanova del Ghebbo. E se Adria è scesa dal 77,32% al 68,81%, Rovigo ha perso un po' meno, dal 75,66% al 68,19%. La partecipazione maggiore si è registrata a Calto, 74,44%, Gaiba, 73,79%, e Pontecchio, 72,29%, mentre la più bassa a Porto Tolle, con il 61,65.
Le code, fino a un'ora di attesa
Eppure l'inizio aveva lasciato pensare ad un epilogo diverso, perché già di prima mattina ai seggi polesani si sono formate le prime code, che attorno alle 10 sono arrivate anche a far registrare fino ad un'ora di attesa. Effetto, soprattutto, del tagliando antifrode, già testato nel 2018 con analoghi strascichi polemici, la cui esistenza molti non ricordavano o ignoravano completamente.
Netto calo
La partenza più a rilento a Bagnolo di Po, con il 18,73%. Alle 19, però, già si è registrato un rallentamento generalizzato: rispetto al 63,22% del 2018, il valore medio provinciale si è fermato al 55,25%, otto punti percentuali più indietro. Pur mantenendosi al di sopra della media nazionale, pari l 51,03%, un calo più netto visto che nel 2018 alle 19 aveva votato il 58,39%. E solo Salara, in provincia, ha superato il 60%, 61,05, a quattro ore dalla chiusura delle urne, mentre quattro anni fa solo sette comuni erano stati al di sotto.
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