ROVIGO - Nonostante le code ed una partenza sprint nella prima metà della giornata, alla fine l'affluenza anche in Polesine è stata nettamente inferiore al passato con un calo di quasi il 10%.
Le code, fino a un'ora di attesa
Eppure l'inizio aveva lasciato pensare ad un epilogo diverso, perché già di prima mattina ai seggi polesani si sono formate le prime code, che attorno alle 10 sono arrivate anche a far registrare fino ad un'ora di attesa. Effetto, soprattutto, del tagliando antifrode, già testato nel 2018 con analoghi strascichi polemici, la cui esistenza molti non ricordavano o ignoravano completamente. Le prime ore sono state contraddistinte da un'alta affluenza, mediamente più alta rispetto alle elezioni del 2018: alle 12 in Polesine aveva già votato il 21,75% degli aventi diritto rispetto al 21,65 di quattro anni fa. Nel 2013 alla stessa ora la percentuale polesana era stata del 17,63%, ma in quella tornata si votava anche di lunedì. Percentuali già più alte del 19,21 della media nazionale, che invece già si mostrava leggermente al di sotto del precedente di 19,43. Un passo diverso, quindi per il Polesine, dove a mezzogiorno in quattro comuni aveva già votato oltre un quarto degli elettori: A San Bellino il 25,09%, a Bergantino il 26,08, a Villanova del Ghebbo il 26,20 ed a Salara addirittura il 26,40%. Adria era al 22% secco, mentre Rovigo al 21,48%, dato leggermente inferiore rispetto al 2018.
Netto calo
La partenza più a rilento a Bagnolo di Po, con il 18,73%. Alle 19, però, già si è registrato un rallentamento generalizzato: rispetto al 63,22% del 2018, il valore medio provinciale si è fermato al 55,25%, otto punti percentuali più indietro. Pur mantenendosi al di sopra della media nazionale, pari l 51,03%, un calo più netto visto che nel 2018 alle 19 aveva votato il 58,39%. E solo Salara, in provincia, ha superato il 60%, 61,05, a quattro ore dalla chiusura delle urne, mentre quattro anni fa solo sette comuni erano stati al di sotto.