Lega pigliatutto? Gianantonio Da Re, segretario nazionale (tradotto: veneto) del Carroccio, annuisce: «I candidati sindaci delle tre città capoluogo del Veneto dove...
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Siamo a Padova, a un convegno organizzato dall’associazione Realtà Veneta sulla fine della seconda Repubblica e accanto a Da Re è seduto Marco Marin, l’ex coordinatore regionale di Forza Italia che il big padano voleva “asfaltare”. «Hanno capito di non saper amministrare. Quando vedrò morti e feriti sul campo, forse penserò a possibili tavoli. Prima devono eliminare Marco Marin, e Ghedini dovrà chiamare Bitonci per scusarsi. Solo allora posso iniziare a pensare ad un dialogo» - questo diceva Da Re lo scorso novembre, dopo che Bitonci era stato “dimissionato” dagli azzurri e, con il Comune di Padova commissariato, la Lega non voleva più saperne di alleanze con Arcore.
Tre mesi dopo Lega e Forza Italia hanno fatto la pace, tanto che a Padova gli azzurri sosterranno Bitonci. E anche se non è più coordinatore regionale, Marin ha ripreso a parlare con Da Re («Ci siamo sentiti anche l’altro giorno») come se nulla fosse successo. Ma a Forza Italia va bene non avere neanche un candidato sindaco nelle tre città capoluogo di provincia? Se Da Re esclude “cessioni”, Marin si sofferma sugli altri Comuni veneti, quelli più piccoli: «E per Verona c’è la candidatura di Alberto Giorgetti proposta da Silvio Berlusconi». Da Re fa no con la testa.
Verona, del resto, è una delle piazze più interessanti nello scacchiere politico delle prossime amministrative: intanto perché non si sa cosa farà il sindaco uscente Flavio Tosi (è al secondo mandato, se non scatta il via libera per il terzo giro non è ricandidabile, al limite può fare il vice) né chi sarà il candidato dei tosiani di Fare se Tosi sarà fuori della partita (la senatrice e fidanzata Patrizia Bisinella non aveva detto no), in secondo luogo perché è tutta aperta la partita dell’alleanza tra Lega e azzurri, mentre il Pd potrebbe stupire con Damiano Tommasi, ex calciatore dell’Hellas e della Roma, oggi al vertice dell’Associazione calciatori, sempre che l’interessato accetti, visto che finora tutti i nomi presi dalla cosiddetta società civile hanno declinato l’invito dei dem.
Quanto a Padova, c’è da credere che in campagna elettorale si parlerà spesso e volentieri dell’ospedale: difficile che il nuovo commissario firmi le carte, tant’è che, sempre al dibattito di Realtà Veneta, il senatore del Pd Giorgio Santini ha detto chiaramente che su un tema così importante «deve decidere il nuovo sindaco», mentre Jacopo Berti del M5s ha insinuato che a bloccare l’opera siano stati Bitonci e il governatore Zaia: «Io sono andato dal commissario Penta, quand’era in carica, a chiedergli com’eravamo messi con l’ospedale - ha detto Berti - e Penta mi ha detto: è da maggio che le carte sono pronte, chieda a Bitonci e Zaia perché non si sono messi d’accordo e non le hanno firmate».
E a proposito di elezioni, l’anno prossimo Zaia potrebbe perdere il suo vice: all’inaugurazione della rinnovata sede della Lega a San Donà di Piave, ieri Gianluca Forcolin non ha escluso una sua candidatura a sindaco nella cittadina veneziana: «Sono a disposizione».
(ha collaborato Davide De Bortoli) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino