«Non possiamo che provare rabbia e frustrazione, nel vedere come nostra figlia sia considerata un oggetto, senza cuore nè anima: per soldi si infierisce ancora su di...
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Come spiega l’avv. Mario Cicchetti, che assiste la famiglia «le due compagnie assicuratrici dell’Ulss Polesana e delle due dottoresse, AmTrust e Lloyd’s, hanno presentato due pareri con i quali si vorrebbe rideterminare l’ammontare del risarcimento, sulla base di una presunta aspettativa di vita della bambina, che per il dottor Claudio Rota dell’ospedale di Sassuolo sarebbe fra i 30 e i 40 anni e per il professor Marcello Orzalesi sarebbe fra i 10 e i 20 anni, cioè Eleonora dovrebbe essere già morente perché ha 10 anni. Da parte dell’Ulss Polesana, invece, si è tornati a mettere in discussione la responsabilità delle dottoresse, che è stata accertata dalla sentenza della Terza sezione penale d’Appello, quasi che si volesse ricominciare da capo dopo anni di sentenze. Se non ci fosse stato l’errore medico Eleonora avrebbe una vita normale. Da parte nostra, abbiamo chiesto che venissero acquisite le registrazioni della trasmissione “Le Iene”, perché il direttore generale dell’Ulss ha ammesso che si è trattato di un errore medico eclatante».
I PAGAMENTI
Il caso della piccola Eleonora era tornato alla ribalta televisiva, dopo i “rallentamenti” nel pagamento del risarcimento immediatamente esecutivo stabilito nei suoi confronti. E, in particolare, di 4.693.359 euro, suddivisi in 1,9 milioni di danno non patrimoniale e 2,7 milioni di danno patrimoniale, riconoscendo una spesa di circa 3mila euro al mese per 70 anni, per far fronte a quanto dovrà fronteggiare per tutta la sua vita viste le necessità di assistenza continua di cui avrà sempre bisogno. Alla freddezza dei documenti, fa riscontro l’appassionato sfogo dei genitori di Eleonora, originari di Bergamo che, dopo un periodo a Rovigo, si sono poi trasferiti vicino a Ravenna dove la piccola fa ossigenoterapia. Alla mamma di Eleonora, Benedetta Carminati, trema la voce: «Ma queste persone come fanno a guardarsi allo specchio. Vorrei vedere loro al posto nostro davanti a medici che senza nemmeno visitare nostra figlia si permettono di dire quanto vivrà, parlando della sua morte così, solo affidandosi alle statistiche, ma non sapendo nemmeno quali sono le sue condizioni. Perché non sanno che non è attaccata a macchinari, che fa musicoterapia, che sorride, che ha un suo carattere, che si esprime, che va in piscina, che fa dei lavoretti con le maestre di sostegno, che canta con suo papà, che non ha mai avuto crisi epilettiche e che i farmaci li prende per prevenzione, che mangia autonomamente, anche se imboccata, perché le sue manine non stanno dritte. Questa è la sua vita, non l’ha scelta lei e lei non ha colpe. Le colpe sono di altri: se fosse stato fatto un cesareo sarebbe una bambina normale. E noi stiamo facendo di tutto perché abbia una vita migliore possibile. E a novembre, a Verona, durante il controllo neurologico periodico, chi hanno detto che si notano dei miglioramenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino