Granfondo di Feltre: ancora doping

SOTTO INCHIESTA Tovar e Zen alla premiazione della Granfondo 2019 di Feltre, entrambi sono esclusi per questioni relative al doping
Non c’è pace per la Sportful Dolomiti Race. L’edizione 2019 avrebbe dovuto infatti essere quella più bella, perché era la venticinquesima, quella...

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Non c’è pace per la Sportful Dolomiti Race. L’edizione 2019 avrebbe dovuto infatti essere quella più bella, perché era la venticinquesima, quella che ha seguito la storica tappa feltrina del Giro d’Italia (disegnata proprio sul percorso della Granfondo), quella in cui si è sfiorato il record di iscrizioni. Un’edizione che invece si sta rivelando sempre più oscura. Una settimana fa la notizia che il primo classificato, Enrico Zen, è risultato positivo ai controlli antidoping effettuati a fine gara; una positività frutto di un’infiltrazione al ginocchio fatta qualche giorno prima della Granfondo di Feltre, con il Kenacort. Ieri invece è arrivata la squalifica del compagno di squadra Tovar, piazzatosi secondo (e determinante nella fuga di Zen nel momento in cui lo storico rivale Cecchini si è staccato), il quale non avrebbe avuto tutte le carte in regola per partecipare. 

NUOVA TEGOLA
Sul colombiano Eduardo Oscar Rivera Tovar pesa una squalifica di due anni per doping rimediata nel 2015. In quell’anno il colombiano Tovar partecipa e vince la Granfondo Campagnolo New York. A fine gara vengono fatti i controlli antidoping e il vincitore risulta positivo al testosterone sintetico. A confermarlo fu l’Usada, l’agenzia antidoping statunitense. Per questo Tovar è stato radiato a vita da tutte le competizioni organizzate da Granfondo New York e per due anni dagli eventi sportivi in ambito Wada (World antidoping agency). I due anni sono scaduti nel 2017 ma, a oggi, non tutto sembra essere in regola. Come si legge nella delibera del giudice sportivo nazionale «Tovar si è iscritto e ha partecipato alla Sportful di Feltre utilizzando la tessera ottenuta fraudolentemente in mancanza del requisito etico».
GLI ORGANIZZATORI

Ivan Piol, deus ex machina della Granfondo, conferma tutto e rivela che «la squalifica del colombiano è nata da una nostra segnalazione post gara al presidente di giuria, alla luce di alcuni dubbi che erano emersi da controlli da noi effettuati. Un ciclista, che però aveva un nome simile ma non completamente uguale, ci risultava squalificato alla GranFondo di New York ma non avevamo riscontri. Alla Granfondo di Feltre si era iscritto all’ultimo momento presentando una regolare tessera Uci della Federazione colombiana, in cui peraltro appariva scritto che aveva sottoscritto il regolamento antidoping dell’Uci. Già nella giornata di domenica avevamo manifestato alcune perplessità al presidente di giuria. Nei giorni successivi la segreteria generale della Federazione italiana aveva chiesto chiarimenti direttamente alla Federazione ciclistica Colombiana. Il risultato lo abbiamo appreso anche noi leggendo la sentenza di squalifica del ciclista colombiano». Piol aggiunge che «questo è stato un caso davvero molto particolare ma dimostra che stiamo cercando di fare del nostro meglio per tutelare la nostra manifestazione e chi vi partecipa con il giusto spirito. É un’edizione un po’ anomala, ma noi continuiamo a lavorare per la buona riuscita della manifestazione e soprattutto per le 4698 persone che quest’anno si sono iscritte per venire a pedalare a Feltre con l’obiettivo di divertirsi in bicicletta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino