Non solo sono vissuti a lungo, superando la soglia degli 85 e degli 87 anni, ma hanno anche lasciato, nella morte, un prezioso dono in eredità: i propri organi. Nel...
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NUMERI ECCELLENTI
Buoni comunque i numeri del Centro Trapianti del distretto di Asolo dell'Usl 2 Marca trevigiana: nel 2018 si sono registrati 10 donatori di organi tra i presidi ospedalieri di Montebelluna e Castelfranco, un ottimo risultato considerando che si tratta di strutture ospedaliere spoke, quindi senza reparto di neurochirurgia. Nello stesso distretto sono stati 14 i donatori multitessuto (11 l'anno precedente) e circa 200 i donatori di cornea. La carenza rispetto alle necessità è, comunque, innegabile e vi concorrono diversi fattori: una persona su 3 non dà il consenso alla donazione spesso per scarsa informazione o per aver letto fake news inutili e dannose relative ad esempio al fatto che quando vengono fatti i prelievi uno sia ancora vivo. «Alla disinformazione si aggiunge anche l'errata convinzione che l'età o la presenza di malattie non renda possibile la donazione di organi -prosegue l'azienda- In realtà non si è mai troppo vecchi o troppo malati per donare, e ogni donatore viene attentamente valutato, attraverso esami di laboratorio e strumentali, per valutare gli organi e trovare il ricevente più idoneo.
L'ESPERTO
Il dottor Andrea Bianchin, medico del reparto di anestesia e rianimazione di Montebelluna e Coordinatore Ospedaliero Trapianti parla chiaro. «L'importante è dichiararsi donatori; l'effettiva possibilità di donare verrà valutata caso per caso dal personale sanitario attraverso la storia clinica e gli esami specifici. E come evidenziano i recenti casi di Asolo, l'età anagrafica spesso non corrisponde all'età degli organi che, a livello funzionale, sono molto più giovani e possono salvare tante vite».
Laura Bon Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino