"Dì che ti manda Picone": a teatro Biagio Izzo e Rocio Munoz Morales

"Dì che ti manda Picone": a teatro Biagio Izzo e Rocio Munoz Morales
TRIESTE - Denuncia e comicità con Biagio Izzo e Rocio Munoz Morales, protagonisti della commedia "Dì che ti manda Picone" in scena da domani 6 aprile alle...

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TRIESTE - Denuncia e comicità con Biagio Izzo e Rocio Munoz Morales, protagonisti della commedia "Dì che ti manda Picone" in scena da domani 6 aprile alle 20.30 al Teatro Bobbio. Dedicato ad Elvio Porta, lo spettacolo è stato realizzato dalla compagnia Enfi Teatro con la regia di Giuseppe Miale di Mauro. Antonio Picone ha quarant’anni ed è un orfano illustre. Suo padre Pasquale, operaio dell’Italisider di Bagnoli, era l’uomo che si immolava davanti al municipio di Napoli, dandosi fuoco sotto gli occhi della moglie e del loro bambino per protestare contro il licenziamento. La sua vicenda era raccontata nel film di Nanni Loi, “Mi manda Picone”, del 1983, con Giancarlo Giannini, Lina Sastri, Carlo Giuffrè e Leo Gullotta. Elvio Porta, che allora firmava con Loi la sceneggiatura, ha immaginato un seguito teatrale insieme con Lucio Aiello e questi l’ha realizzato completando il lavoro interrotto nel 2016 per la scomparsa di Porta.


“Di’ che ti manda Picone” vede appunto protagonista Antonio, ormai diventato adulto ma solo dal punto di vista anagrafico, poiché si è sempre rifiutato di crescere e di assumersi responsabilità. Vive nella cadente casa di famiglia, ha sposato la spagnola Mara dalla quale aspetta un figlio, ed è disoccupato. Intravede una svolta quando gli viene proposto di entrare in un affare immobiliare. Un senatore e la moglie di questo, una bruna piacente, in combutta con un parroco, vogliono realizzare un doppio centro commerciale al posto di un istituto per orfani, ciechi e anziani. Antonio fiuta l’imbroglio e resiste alle insistenze del cugino Raffaele, sedotto dalla consorte del parlamentare. Ma intanto si fa infinocchiare su un altro fronte: accoglie in casa l’orfano Nicolino (uno stravagante teorico della cottura prolungata del ragù) e il giovanotto a suon di botti e rumori prodotti in modo furtivo riuscirà a convincerlo che nell’appartamento aleggia lo spirito del padre. Tra truffe sventate, sughi e fantasmi, Antonio riuscirà a trovare in modo sorprendente la strada del successo politico, anche grazie alla memoria del celebre papà.

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Il Gazzettino