Visto dal vivo alla festa della Lega, a Conselve venerdì sera, Luca Zaia sembrava tutto fuorché un pericoloso sovversivo: gli abbracci con i militanti, le foto con i...
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ACCUSE E DIFESA
All'attacco Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Pd: «Il presidente Zaia ha perso il controllo. Invita a scendere in strada ed essere pronti alla rivoluzione, parole che sono eversive e lesive di uno stato di diritto». Sulla stessa linea la senatrice dem Daniela Sbrollini: «Sono toni inaccettabili per chi rappresenta le istituzioni e governa una Regione». Zaia ha voluto spiegare cosa intendeva, quando ha chiamato il popolo leghista agli appuntamenti di Pontida del 15 settembre e di Roma del 19 ottobre: «Chi mi conosce sa che quando parlo di rivoluzione io intendo la rivoluzione della democrazia, quel cambiamento, anche epocale, che viene dalla forza delle idee e dall'impegno politico. Se qualcuno pensa che io mi possa riferire alla iconografia e alla pratica della rivoluzione violenta e cruenta, o non conosce la mia storia politica, o è in malafede. A chi mi ascoltava ho detto che è il momento di scaldare i motori per tornare sulle piazze con il gazebo, insieme ai cittadini; la nostra unica forza è sempre stata quella di essere a fianco della gente. Il mio non è un messaggio sovversivo o una chiamata alle armi. Se uso questo termine, intendo una rivoluzione gandhiana, non violenta».
CONTRADDIZIONE
Ma per il Pd, resta la contraddizione politica. Dice il senatore Andrea Ferrazzi: «Zaia vaneggia chiamando tutti in strada per la rivoluzione. Lo fa per evidenti difficoltà che cerca di nascondere con i proclami. La Lega non solo ha fatto saltare il governo per ottenere pieni poteri trovandosi invece con un pugno di mosche, ma in 15 mesi di governo a traino Salvini non ha portato a casa nulla nella direzione dell'autonomia. Zaia lo sa bene e ha paura che i veneti chiedano a lui e al suo capo il conto di questo fallimento». Ironizza il capogruppo regionale Stefano Fracasso: «Ha ragione il superpresidente a prendersela con chi ha spinto (forse) il paese in braccio ai grillo-comunisti, anch'io se trovassi quel tale per strada gli direi che è stato davvero un incosciente, un pazzo scatenato... se non fosse che stava proprio li al suo fianco, stesso palco, stesso tendone, stesso microfono. Il suo super-ex-ministro». Interviene anche Leu con il consigliere regionale Piero Ruzzante: «Dopo 14 mesi di annunci e penultimatum in cui te ne sei stato zitto e buono con il governo amico, ora che capitan Mojito Papeete se ne esce dal governo, solo ora capitan Zaia invochi la rivoluzione?».
NIENTE AVENTINO
Intanto all'interno della Liga Veneta è polemica per il messaggio con cui l'eurodeputato Toni Da Re aveva lanciato l'idea dell'Aventino. «Sarebbe il suicidio della Lega commenta Luca Tollon, segretario del Veneto Orientale . Oggi i militanti ci chiedono di andare in piazza, non di ritirare i nostri parlamentari che, se nascerà il governo Conte, dovranno fare un'opposizione dura ed intransigente».
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Il Gazzettino