PADOVA - Non solo il versante disciplinare e la sospensione da ogni incarico (così come dallo stipendio) decisa nel pomeriggio di lunedì dal Consiglio Superiore...
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Un'accusa, quella di stalking, che il sostituto procuratore rodigino divide in concorso con Bellomo, già sotto indagine, lui, dalla procura di Bari per estorsione. Secondo i magistrati di Piacenza, Nalin avrebbe importunato una dottoressa iscritta alla scuola di formazione giuridica con una serie di telefonate per convincerla a non mollare il corso e a seguire i consigli di Bellomo, vero e proprio deus ex machina dell'intera vicenda. Era stata la stessa studentessa a portare sul tavolo dei magistrati emiliani quelle pressioni, diventate spina dorsale della denuncia nei confronti del responsabile della scuola e del suo collaboratore Nalin. Che tanto per il versante penale quanto per quello disciplinare, sembra ricoprire il medesimo ruolo di mediatore tra una studentessa e Bellomo. Unico l'obiettivo: quello di procurare al collega «indebiti vantaggi», anche di «carattere sessuale».
Secca la replica del pm rodigino una volta uscito il provvedimento del tribunale delle toghe: «È un provvedimento che fatico a comprendere. Non è affatto vero che mi sia prodigato per indurre ragazze ad assecondare richieste illecite del consigliere Bellomo». Francesco Bellomo dice di sentirsi «tradito ed usato» da alcune ragazze.
Il Gazzettino