«Davide significa amato, prediletto di Dio». Il saluto di Scorzé al bimbo di 6 anni morto di leucemia fulminante

«Davide significa amato, prediletto di Dio». Il saluto di Scorzé al bimbo di 6 anni morto di leucemia fulminante
SCORZÉ - Il papà Fabio con in braccio il figlioletto Nicolò di due anni e mezzo e mamma Francesca sono stati i primi ad accogliere davanti alla chiesa...

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SCORZÉ - Il papà Fabio con in braccio il figlioletto Nicolò di due anni e mezzo e mamma Francesca sono stati i primi ad accogliere davanti alla chiesa arcipretale di Scorzè il feretro di Davide, il bambino spentosi sabato della settimana scorsa a soli 6 anni per una rara forma di leucemia diagnosticata una decina di giorni prima. Una semplice bara bianca adornata con un corona di fiori candidi è stata accompagnata mestamente all’interno della chiesa per la cerimonia funebre. Don Massimo assieme a due concelebranti ha atteso tra lenti e tristi rintocchi delle campane l’arrivo della salma sulla soglia della chiesa per benedire il feretro.

Sul sagrato della chiesa, sul quale erano state predisposte oltre un centinaio di sedie, all’arrivo del carro funebre le persone si sono alzate in piedi mentre la chiesa all’interno era già gremita di fedeli e più di centinaio di persone si distribuivano nella corte parrocchiale e sull’area della parte nord del campanile. In tutto forse 450 o 500 persone che hanno voluto stamane, mercoledì 13 alle 10, essere vicini alla famiglia Favaron per la dolorosa e improvvisa perdita del figlio che ha creato una profonda mestizia in tutto il paese. Una cerimonia sobria, severa accompagnata dai canti dei cori che si sono trasformati in preghiere per l’ultimo saluto al bambino di 6 anni ma anche un momento di raccoglimento e di partecipazione per l’intera comunità dei fedeli per unirsi al momento dei dolorosi silenzi del padre e della madre.

Le parole di Don Massimo nelle sua omelia sono state di conforto ai familiari e ha esortato i fedeli a rimanere vicini alla famiglia di Davide spiegando che spesso la nostra fragilità ci trova impreparati agli eventi dolorosi e che la parola di Dio dovrebbe invece illuminarci e rincuorarci sempre. “Lo stesso nome Davide, che deriva dall’ebraico, significa amato, prediletto da Dio – ha spiegato dall’altare don Massimo e ha ripetuto le parole del vangelo -‘Lasciate che i bambini vengano a me’, lasciate che le loro anime vadano verso la vita del Signore perché possano continuare a vivere per sempre nella vita di Dio, la vita vera che non ha mai fine”. Infine ha fatto riferimento a una piccola cappella che si trova all’interno della chiesa dove in un mosaico è rappresentato Gesù circondato dai bambini e ha esortato i fedeli a lasciare che anche il bambino che è in noi si possa unire alla tenerezza del figlio di Dio. Il feretro infine è stato accompagnato tra due fila di fedeli sul carro funebre per avviarsi verso la cremazione.

 

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Il Gazzettino