Davide, morto a 18 anni dopo una visita al Pronto soccorso: inchiesta senza colpevoli

Davide Bristot, di Sedico, morto a 18 anni
SEDICO - Nessun colpevole: è stato archiviato il caso di Davide Bristot, il 18enne di Sedico morto a casa sua nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2021 dopo esser...

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SEDICO - Nessun colpevole: è stato archiviato il caso di Davide Bristot, il 18enne di Sedico morto a casa sua nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2021 dopo esser stato visitato e dimesso dal medico del Pronto Soccorso di Belluno che era l’unico indagato per la morte del ragazzo. Il giudice delle indagini preliminari aveva già bocciato per due volte la richiesta di archiviazione del pubblico ministero e aveva ordinato nuovi accertamenti. Che evidentemente non hanno avuto esito. Una morte per la quale venne aperta un’inchiesta per omicidio colposo a carico di Angelo Beccari, il medico del Pronto soccorso dell’ospedale di Belluno che mandò a casa il 18enne dopo averlo visitato, ma per la legge quella scelta non ebbe alcun nesso con la tragedia. «È una soddisfazione, si chiude una delicata vicenda umana», ha commentato ieri Massimiliano Paniz, l'avvocato che difendeva il medico

I PUNTI OSCURI
Il quesito cardine era chiaro: trattenere il ragazzo in ospedale quella notte avrebbe consentito di intervenire tempestivamente e in maniera mirata sull’aritmia cardiaca maligna constatata? Con un’ordinanza precisa e dettagliata, il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Scolozzi ripercorse in aula i momenti chiave di quella tragedia – sottolineando, ad esempio, che «Davide non poteva essere dimesso dopo solo un’ora dal suo ingresso, senza esami o altri controlli» e ordinò al pubblico ministero Simone Marcon un nuovo approfondimento medico-legale. Era il 29 novembre scorso quando si svolse l’udienza di fronte al giudice per le indagini preliminari, che alla fine della discussione si riservò la decisione. Dopo 22 giorni il provvedimento. Il giudice aveva deciso di riaprire le indagini per la seconda volta. Non era un atto dovuto, anzi: significava che, in fase di indagine, alcune questioni non erano state chiarite. Ma le ulteriori indagini di fatto non hanno portato ad alcun risultato, non sono emerse responsabilità a carico del medico ed è stata disposta l’archiviazione.

LA TRAGEDIA 


Davide Bristot, come riconosciuto da tutti i consulenti e ripreso dal gip nell’ordinanza, è morto per un arresto cardiocircolatorio secondario ad aritmia cardiaca maligna. La tragedia si è consumata in casa, verso le 6 del mattino, con alcuni dei sintomi riscontrati la sera precedente in Pronto Soccorso. Uno dei punti fondamentali dell’ordinanza riguardavai tempi delle dimissioni di Davide Bristot, senza esami o altri controlli. All’ingresso in Pronto Soccorso, infatti, gli era stato assegnato un codice arancione e, vista la difficoltà del ragazzo a reggersi in piedi, il personale sanitario l’aveva fatto stendere su una barella. Il giudice aveva ripreso le considerazioni del consulente tecnico del pm, il medico legale Antonello Cirnelli: “Il medico non ha identificato il problema del Bristot ed i rischi ad esso connesso; nel contempo questi nulla ha operato, in modo completo e risolutivo, perché ciò avvenisse”, “ha omesso di verificare la condizione ematochimica del ragazzo, nonostante sapesse che questi per un intero pomeriggio non si fosse idratato”. Ma per il giudice non sono stati comportamenti sufficienti per mantenere in piedi l’accusa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino