Dal barcone in Sicilia all'Istrana, si avvera il sogno di Mustapha

Dal barcone in Sicilia all'Istrana, si avvera il sogno di Mustapha
TREVISO - Correre dietro a un pallone per inseguire il sogno di una vita migliore. Da Tabokoto, piccolo paese del Gambia, fino a Istrana ci ha messo più di un anno, compiendo il...

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TREVISO - Correre dietro a un pallone per inseguire il sogno di una vita migliore. Da Tabokoto, piccolo paese del Gambia, fino a Istrana ci ha messo più di un anno, compiendo il percorso impervio di tutti i migranti africani. Ma adesso il futuro passa anche attraverso i suoi piedi. Da poco più di un mese, infatti, il 19enne Mustapha è a tutti gli effetti un calciatore dell'Istrana. Una condizione di richiedente asilo, la sua, che ha costretto la società trevigiana a una lunga trafila burocratica con la Federazione.




Tutto comincia nel 2013 quando il ragazzo, che faceva il sarto, decide di fuggire dal suo Paese. «La sera prima mio padre e mio fratello erano stati arrestati dalla polizia per motivi politici - racconta - non ci ho pensato due volte e, per evitare di finire in carcere anch'io, il giorno dopo me ne sono andato, pur consapevole che avrei lasciato forse definitivamente famiglia e affetti». Un cammino avventuroso attraverso Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e infine Libia, il punto di partenza di tutti i viaggi della speranza.



«Lì sono rimasto quattro mesi, cercavo di guadagnare i soldi per potermi permettere di salire su un barcone. Ma non era facile, essendo anche senza documenti. Poi un giorno sono stato mandato in galera: fortunatamente però il carcere era vicino al mare, sono scappato anche da lì e sono riuscito ad imbarcarmi».



Da quel momento il destino di Mustapha cambia repentinamente verso. Dopo un giorno nel Mediterraneo il suo barcone viene soccorso dalla guardia costiera italiana, l'approdo in Sicilia è rapido e poi un volo aereo lo porta a Verona e da lì alla Caritas di Treviso. Tutto corre veloce, anche Mustapha capisce che deve cogliere l'occasione al volo.



Chiede dei libri per imparare l'italiano, a fine maggio 2014 viene avviato alla casa di accoglienza Ca’ Florens. E qui si compie il miracolo: il giovane gambiano con il pallone tra i piedi ci sa fare, il campetto della struttura gli va stretto e così si presenta all'Istrana Calcio. I dirigenti ne intuiscono le potenzialità, inserendolo nella Juniores. Lui si allena, ma il tesseramento tarda a perfezionarsi. Fino al mese scorso, quando arriva il sospirato sì della Federazione. Mustapha ripaga subito quanto fatto per lui, scende in campo ed alla seconda partita di campionato segna un gol decisivo nella vittoria contro il Quinto. Il giorno dopo arriva anche la convocazione con la prima squadra.



Ora però rimane un ultimo, fondamentale tassello per la sua permanenza in Italia: «Lo status di richiedente asilo ha subìto un primo diniego a gennaio - dice Francesca Steffani, operatrice di Ca’ Florens che sta seguendo la questione - abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Trieste, il caso verrà riesaminato a dicembre. Lui intanto ha la possibilità di dimostrare che si vuole integrare, cercando lavoro». Magari come sarto, che era la sua occupazione prima di scappare dal Gambia. Finchè il calcio non ha preso il sopravvento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino