Da Roma arriva lo stop al congresso di luglio, nel Pd cresce la tensione

Da Roma arriva lo stop al congresso di luglio, nel Pd cresce la tensione
Dal Nazzareno arriva lo stop al congresso regionale del Partito...

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Dal Nazzareno arriva lo stop al congresso regionale del Partito democratico e tra i dem scoppiano le tensioni. La decisione, anticipata nei giorni scorsi da Il Gazzettino, diramata a livello nazionale e firmata dal vice segretario del Pd, Lorenzo Guerrini, ha monopolizzato tutta la discussione della direzione regionale. Nella circolare si spiega che per concentrare tutte le energie del partito sulle imminenti elezioni amministrative e sul referendum costituzionale in programma ad ottobre, tutti i congressi regionali e provinciali verranno congelati fino alla consultazione referendaria. Potranno tenersi invece gli appuntamenti congressuali già previsti entro il 31 di maggio. «Come nel resto d'Italia, anche in Veneto le procedure congressuali, previste per il 3 luglio prossimo, sono sospese - ha spiegato nel suo intervento il segretario regionale uscente Roger De Menech - L'attività del Pd veneto prosegue con la commissione nominata dall'assemblea il 9 aprile scorso, coordinata dal responsabile organizzativo Filippo Silvestri. Ci concentreremo soprattutto sulle amministrative e sul referendum». «Oggi è importante rimanere uniti per vincere alle amministrative e, soprattutto al referendum costituzionale - prosegue De Menech - Concluso questo percorso ci sarà modo di confrontarci con grande franchezza». Il rinvio del congresso è stato contestato dal senatore Dem Giorgio Santini. «Sono comprensibili le preoccupazioni di Roma - ha commentato - dobbiamo chiederci però se è legittimo che venga imposto dall'alto un provvedimento di questo tipo. Non dobbiamo dimenticare che la decisione di andare a congresso è stata assunta da degli organi elettivi. Come possiamo accettare che dal nazionale venga decisa una vacanza della nostra segreteria regionale?». «Io credo invece che da Roma sia arrivata una buona notizia, una di quelle occasioni che non possiamo farci scappare - ha ribattuto il consigliere regionale rodigino Graziano Azzalin - Rinviare di qualche mese il congresso ci permetterà di affrontare meglio la sfide delle amministrative e del referendum e, sopratutto, di individuare con più serenità il nuovo segretario». A schierarsi per il no al rinvio è stato anche l'ex civatiano Giovanni Rolando: «Se, effettivamente, decidessimo di rinviare il congresso, cosa diciamo ai nostri 15mila iscritti a cui abbiamo annunciato il congresso per luglio? Il rischio è che in molti non capiscano». Ora il pallino potrebbe passare nelle mani dei segretari provinciali che, essendo gli unici a ricoprire un ruolo elettivo, potrebbero guidare la transizione da qui alla fine dell'anno.
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Il Gazzettino