Croupier ruba fichés per 500 euro condannato a risarcirne 50mila

Croupier ruba fichés per 500 euro condannato a risarcirne 50mila
VENEZIA - Un anno e tre mesi di reclusione, ma anche un risarcimento di 50mila euro al Casinò e di 100 euro ciascuno ad una decina di ex colleghi di lavoro. È costato caro ad...

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VENEZIA - Un anno e tre mesi di reclusione, ma anche un risarcimento di 50mila euro al Casinò e di 100 euro ciascuno ad una decina di ex colleghi di lavoro. È costato caro ad un croupier di Venezia, Massimo Adriano, 48 anni, il furto messo a segno ai danni della casa da gioco veneziana lo scorso 21 dicembre, quando fu scoperto con oltre 500 euro nascosti dentro i pantaloni.




La sentenza a suo carico è stata emessa ieri mattina dal Tribunale, a conclusione di una direttissima. Ad "inchiodare" il dipendente - che nel frattempo è stato licenziato - sono state le telecamere che si trovano all’interno della sala da gioco, visionate dopo la segnalazione effetuata da un giocatore, il quale si era rivolto alla direzione lamentando che in quel tavolo da gioco qualcosa non funzionava.



Il croupier stava lavorando alla Fair Roulette, una variante della roulette francese e, invece di depositare nell’apposita cassetta i soldi ricevuti da un cliente in cambio di alcune fiches, se li era infilati nei pantaloni (i dipendenti di Casinò hanno le tasche cucite). Successivamente fu accertato che la somma sottratta ammontava a poco più di 500 euro. Il croupier si è difeso sostenendo che a fine turno avrebbe provveduto a versare in cassa il denaro, ma non ha saputo fornire una spiegazione convincente del motivo per il quale non aveva rispettato la procedura di deposito delle somme.



Al processo si sono costituiti parte civile contro il dipendente infedele sia il Casinò (per il danno all’immagine subito dalla casa da gioco) sia una decina di colleghi, i quali hanno lamentato un danno in quanto parte della loro retribuzione è costituita da un premio proporzionale all’incasso della casa da gioco: sottraendo indebitamente una somma di denaro, insomma, avrebbe fatto perdere loro un’entrata. Il Casinò è assistito dagli avvocati Paolo Emilio Rossi e Francesco Mason; i dipendenti della casa da gioco dagli avvocati Ettore Santin e Giuliano Marchi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino