VENEZIA - Da maggio a settembre tre passerelle Actv sono finite in acqua, dai rispettivi pontili del Tronchetto, della motonave di San Nicolò e di Santa Marta. Simile...
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L'INTERROGAZIONE
In relazione a questi fatti è stata presentata al sindaco, anche nella sua qualità di responsabile della salute e della sicurezza dei cittadini, un'interrogazione in cui il consigliere Renzo Scarpa ha chiesto di chiarire di chi siano le responsabilità e se non sia il caso di imporre una maggiore sorveglianza sulle stritture con la predisposizione di appositi report da rendere pubblici, e sulla base di questi imporre e garantire una costante e puntuale manutenzione che eviti il ripetersi di tali incidenti che mettono a repentaglio l'incolumità di cittadini e turisti. Scarpa chiede anche di sapere che cosa risulti al Comune, nell'ambito degli obbligatori controlli che devono essere esercitati sulla gestione di un così fondamentale servizio pubblico.
Fortunatamente i tre episodi non hanno avuto conseguenze sulle persone, perchè accaduti quando - fortunatamente - i pontili non erano particolarmente affollati.
Secondo Antonini «pare non possa dubitarsi di una negligente manutenzione, causa primaria di disgrazie evitabili anche se, ovviamente, a costi più elevati»
LA REPLICA
Secondo l'azienda, invece, le cause degli incidenti andrebbero da ricercare altrove, perchè Avm effettua circa 700 interventi l'anno, che vanno dalla sostituzione di una lampadina a un impegno più incisivo.
La replica consiste nel sostenere che tutti e tre i pontili risultano situati in aree soggette a un forte motondoso. E fa presente che rispetto al passato sono molto più ampi i picchi di escursione tra alta e bassa marea, circostanze che stressano gli impianti. Inoltre in tutti e tre i casi si trattava di strutture sostenute da gruppi a tre pali di legno, non modificabili. E che vengono corrosi a grande velocità dalle teredini, con la necessità di una sostituzione molto rapida.
Anche se ultimamente è in fase di sperimentazione l'utilizzo di legno di Demerara, una pianta delle foreste equatoriali della Guinea settentrionale che possono raggiungere i 40 metri di altezza e il metro di circonferenza e che sembra destinato a una maggior durevolezza oltre che alla resistenza al fuoco. Per questo viene particolarmente impiegato nelle costruzioni marittime: pare non venga intaccato neppure dai parassiti.
Resta la coincidenza di tre episodi molto simili, in meno di quattro mesi: il primo un sabato verso le 4 del mattino al Tronchetto, il secondo il 17 agosto in pieno pomeriggio al rientro dalle spiagge, il terzo domenica primo settembre a Santa Marta, quando tutta la città era concentrata sulla regata storica.
Raffaella Vittadello
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Il Gazzettino