Il boomerang dei cantieri che costeranno il doppio ai Comuni, buco milionario: rischio che si alzino le tasse

Un cantiere a Pordenone
Stavolta non c’è neanche il pericolo che le affermazioni dei sindaci siano bollate come allarmismo. Perché a parlare sono i numeri, che poi si traducono nei...

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Stavolta non c’è neanche il pericolo che le affermazioni dei sindaci siano bollate come allarmismo. Perché a parlare sono i numeri, che poi si traducono nei conti dei bilanci. E se un Comune non lo chiude, il bilancio, salta tutto, sindaco compreso il quale lascia spazio a un commissario. Il rischio, insomma, è dietro l’angolo, concreto: o arriveranno altri soldi dall’alto, oppure si sarà costretti a tagliare servizi o aumentare le tasse. Ed è sinistro, quasi ironico (se non fosse tragico) che la “botta” arrivi da quella che dovrebbe essere la migliore notizia del mondo: l’entrata di finanziamenti milionari per realizzare le opere. Il problema però è enorme: si calcola infatti che il 70 per cento dei lavori finanziati grazie ai fondi europei e statali che stanno inondando i Comuni del Friuli Venezia Giulia sia basato sui costi esistenti prima della bufera in cui è piombato l’Occidente dopo la guerra in Ucraina. Tradotto, i soldi non bastano più. I Comuni devono tirare fuori un altro 20 per cento in più, e sono decine di milioni di euro che oggi non si sa dove trovare. 


LA SITUAZIONE


Si parte da Pordenone, una delle città maggiormente toccate dal problema. L’amministrazione ha presentato progetti, ha vinto bandi, deve iniziare cantieri. Ma il conto degli aumenti è già da brividi. «Solo per coprire i costi extra di tutti i cantieri per i quali abbiamo vinto i finanziamenti comunitari - ha spiegato il sindaco Alessandro Ciriani - dovremo tirare fuori altri 12 milioni di euro». Roba da far impallidire anche il conto delle bollette. E non ci sono tante soluzioni: «Indebitare ancora il Comune? Difficilissimo. Se non ci arrivano soldi dall’alto sarà durissima farcela», è il grido di Ciriani. «E anche gli aiuti del governo non basteranno». Quindi dietro l’angolo ci saranno solo due strade: abbandonare qualche progetto oppure finire per rifarsi sui cittadini, tagliando servizi o alzando i tributi. Altrimenti è default. La lista delle opere i cui costi sono lievitati a Pordenone è lunga. Si va dalla nuova casa di riposo (circa 3,5 milioni in più del previsto) al Comando della polizia locale, passando dai cantieri scolastici, dal parcheggio sotterraneo di piazza del Popolo per arrivare alle asfaltature. Tutto tarato su costi vecchi, oggi cresciuti del 20 per cento. «Il Pnrr - è la proposta di Ciriani - dovrebbe servire proprio per venire in soccorso dei Comuni». 


IN FRIULI


Situazione simile anche nel Friuli Centrale, cioè in provincia di Udine. Anche in questo caso le condizioni più serie sono quelle in cui versa il capoluogo. «Noi siamo letteralmente alla canna del gas - denuncia il vicesindaco Loris Michelini -: le bollette sono passate da cinque a dieci milioni di euro e a questa situazione si devono aggiungere i rincari enormi che riguardano i cantieri». E a Udine i conti sono ancora più da brivido rispetto a quelli denunciati dal Comune di Pordenone. Sono stati messi nero su bianco in una riunione tenuta dallo stesso Michelini con i funzionari di Palazzo d’Aronco. «La Procura vale 5 milioni, così come il nuovo asilo. L’ex Frigo vale invece dieci milioni di euro. Fanno venti milioni di euro in totale, a cui dobbiamo aggiungere un aumento medio del 20 per cento derivante dai costi in crescita, tra materie prime ed energia. Poi abbiamo le scuole, per altri cinque milioni di euro e le ciclabili che valgono circa 1,5 milioni di euro. In questo momento non possiamo alzare le tasse, ne va del rapporto con i nostri cittadini. Ma la coperta rimane cortissima e senza ulteriori aiuti da parte dello Stato non ce la faremo assolutamente. Il bilancio del prossimo anno rischia di diventare disastroso, e non possiamo indebitarci nuovamente». 

 

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Il Gazzettino