Confezioni Daniela, quaranta lavoratrici a un passo dal licenziamento

Confezioni Daniela, quaranta lavoratrici a un passo dal licenziamento
PANTIANICCO - Una quarantina di lavoratrici ad un passo dal licenziamento. O almeno è questo il timore dei sindacalisti, che hanno chiesto e ottenuto un incontro con...

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PANTIANICCO - Una quarantina di lavoratrici ad un passo dal licenziamento. O almeno è questo il timore dei sindacalisti, che hanno chiesto e ottenuto un incontro con l'assessore regionale Sergio Bini per esaminare il caso dell'azienda Confezioni Daniela di Pantianicco, attiva da oltre quarant'anni.


All'indomani dei positivi dati sul mercato del lavoro diffusi ieri dall'Istat, un nuovo fronte di crisi per il manifatturiero regionale si apre a pochi passi da Udine. Il settore è il tessile, ormai più che decimato essendo stato il primo a subire gli effetti della globalizzazione, l'azienda è la Confezioni Daniela di Pantianicco, una realtà che opera dalla fine degli anni Settanta, pur con diverse forme societarie, e che impiega oggi 40 lavoratrici, tutte donne e con un'anzianità media di una ventina d'anni.

Specializzata in lavorazioni conto terzi per grandi marchi dell'abbigliamento, l'impresa da tempo ha visto azzerarsi la redditività e crescere progressivamente la situazione debitoria, con una seria compromissione della continuità produttiva.

Da qui l'incontro chiesto dai sindacati all'assessore alle Attività produttive Sergio Bini, tenutosi ieri nella sede udinese della Regione Fvg, in via Sabbadini. «Abbiamo esposto all'assessore e ai tecnici della sua direzione spiegano le segreterie provinciali della Filctem Cgil Udine e della Femca-Cisl la gravità della situazione, appesantita dall'impossibilità attuale delle lavoratrici di accedere agli ammortizzatori.

L'assessore, non senza aver constatato il tardivo coinvolgimento delle istituzioni da parte dell'impresa, ci ha assicurato il suo impegno per cercare di garantire un percorso di politiche attive per creare delle occasioni di reimpiego delle lavoratrici». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino